ZimmeritpediA
Centro Documentazione Modellistica
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II
GUERRA
MONDIALE
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GUERRE
MODERNE
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Articoli di approfondimento
Serie di articoli di approfondimento in formato pdf.
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GUARDIA NAZIONALE REPUBBLICANA
Questo speciale organismo delle FF.AA. repubblicane, creato ex novo dallo sfacelo armistiziale, fu concepito per essere una forza di sicurezza estremamente elastica e radicata nel territorio grazie all'unione dei distaccamenti territoriali della Milizia e dell'Arma. In pratica era una specie di "superpolizia del partito" come veniva citata dalla legge istitutiva della GNR: "la Guardia Nazionale Repubblicana e la Polizia repubblicana, hanno il compito di difendere all'interno le istituzioni e far rispettare le leggi, di proteggere l'incolumità personale dei cittadini, di garantire l'ordinato svolgersi di tutte le manifestazioni singole e collettive dell'attività nazionale."
La GNR venne costituita il 18 dicembre 1943 con decreto istitutivo n.921 e i suoi primi comandanti furono nell'ordine i Luogotenenti Generali Italo Romegialli, Renzo Montagna e Renato Ricci.
Istituita come Arma indipendente, nel suo organico vi erano gli ex reparti della
M.V.S.N., gli ex Carabinieri e la ex Polizia dell’Africa Italiana.
Il 21 agosto 1944 ne assunse il comando lo stesso Mussolini, mentre Ricci venne posto in riserva.
La struttura organizzativa e territoriale della GNR, si articolava con Ispettorati Regionali, Comandi Provinciali, presidi comunali distribuiti capillarmente sull'intero territorio della , con Compagnie O.P. e Battaglioni O.P. (Ordine Pubblico) per interventi regionali, Btg. d'assalto, specialisti dei reparti corazzati, paracadutisti, controcarri, ciclisti, cavalleggeri, sciatori, motociclisti.
Oltre ai compiti di polizia di primaria importanza, la GNR diede anche formazioni per l'impegno operativo con i suoi reparti giovanili in cui militavano decine di migliaia di volontari provenienti da ogni parte d'Italia e dall'estero.
La GNR ebbe anche una sua Divisione Antiaerea/Antiparacadutisti "Etna" formata il 23 agosto 1944 a Brescia, posta agli ordini del generale Luigi Violante. L'Etna, nacque soprattutto per evitare altre perdite di reclute (più di 50.000 soldati italiani) reclutate da comando tedesco per le proprie unità Flak. In essa confluirono anche tutte le unità combattenti della RSI che erano rimaste autonome, come 1° Btg Ciclisti d’Assalto “Roma”, il 2° Btg. Ciclisti d’Assalto “Venezia Giulia”, il 3° Btg d’Assalto “Pontida”, il 1° Btg Paracadutisti “A. Mazzarini”, il CXV Battaglione “M” “Montebello”, il XXIX Btg. “M” che l’8 settembre non depose le armi e si schierò coi tedeschi in Albania, il 1° Btg Granatieri “Ruggine”, il Reparto Cavalleggeri, il Btg Controcarro e anche il Gruppo Corazzato “Leonessa” dal 13 aprile del '45. Vi furono inglobate anche parte delle "Fiamme Bianche", giovani volontari classe 1926/28. Questo coprpo paramilitare della Gioventù Italiana del Littorio si formo0' su due battaglioni in Val d'Astico eoltre a rinforzare la Etna molti giovani andarono alla Legione Muti. La divisione venne organizzata in due gruppi di combattimento: uno venne schierato sulla linea dei fiumi Sesia e Agogna in Piemonte, a protezione della Lombardia ed uno al fronte sud, tra Ferrara, Mantova e Ravenna.
Oltre agli ex battaglioni autonomi ne vennero formati anche di nuovi quali il Btg “Firenze”, il “Toscana”, il “Perugia” e il “Marche”, il Btg “Bologna”, il “Carmelo Borg Pisani” di Imperia, il “Ferrara”, poi “1° Btg d’Assalto Ghisellini”, il “Romagna”, il “9 Settembre”.
La G.N.R. ebbe anche reparti autonomi quali il “Reparto Costiero Adriatico”, la Compagnia “Abruzzi”, la Compagnia Fucilieri Comando Generale (Co.Ge), la Compagnia “Ferrara”, la Compagnia “Lazio”, il Plotone GNR aggregato alla 5^ Div.Alpina del LI Corpo d’Armata germanico.
I quadri della GNR venivano assicurati dalla presenza di scuole e corsi specializzati e d'addestramento per Allievi Ufficiali e Sottufficiali , Allievi Carbinieri mentre per im piu' giovani ci fu' un Centro Addestramento Guardia Giovanile Legionaria.
Dalle Milizie Speciali la G.N.R. formo' dei reparti speciali :
- la G.N.R. ferroviaria con 9 Comandi Legione;
- la G.N.R. portuaria con 2 Comandi Legione;
- la G.N.R. postelegrafonica con 33 reparti;
- la G.N.R. della montagna e delle foreste con 7 Comandi Legione, 58 Comandi di Corte/Centuria, un Btg. operativo e 6 Centurie autonome;
- la G.N.R. stradale composta da 15 reparti e 3 Gruppi motorizzati.
- la G.N.R. di frontiera con 5 Comandi Legione piu' una compagnia confinaria "Guardia del Duce";
oltre alla GN.R. di frontiera vi era pure una Milizia di Difesa Territoriale su 5 Rgt. (Trieste-Pola-Fiume-Gorizia e Udine).
Le GNR speciali nell'agosto del 1944 conto' 21.560 uomini tra ufficiali, sottufficiali e truppa.
Per il settore di propaganda fu istituito persino un Btg. "Onore e Sacrificio" composta da mutilati da ogni forza armata.
E’ necessario, infine, ricordare anche le legioni che l’8 settembre si trovavano all'estero e che continuarono a combattere come reparti della G.N.R.
Esse furono:
la 72ª "Farini" -
la 86ª "Indomita"
- la 49ª "Marche"
- la “24ª Legione "CC.NN. d'assalto Carroccio"
- la “92ª "Ferrucci”
-
la Legione Egea "Conte Verde"
cosi come i Btg. Autonomi:
XIX M d’Assalto - XXXIII Autonomo
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XL "Scaligero"
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LIII Autonomo
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LXXXI Autonomo
- LXXXII Autonomo
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XCII Autonomo
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CVI d’Assalto
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CXI d’Assalto
- CXLI d’Assalto
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CXLIV "Irpino"
Per tutti questa vi e' una sezione apposita
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Bibliografia e Siti Web
Per ulteriori approfondimenti si consigliano i seguenti libri:
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REPARTI CORAZZATI DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 1943/1945
di P.Crippa
Marvia Ed. - 120 pp 82 foto in b/n, organigrammi ed insegne. |
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FORZE ARMATE DELLA RSI 1943-1945 'Forze di terra' di C.Cucut
Gruppo Modellistico Trentino - pp 223 con oltre 180 foto in b/n |
Come siti web si consiglia:
- Legione Tagliamento
- Italia R.S.I.
- Il Duce
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REPARTI CORAZZATI DELLA GUARDIA NAZIONALE REPUBBLICANA
Articoli e sezione riveduta e corretta da Paolino "Barbarigo" Crippa ©
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GRUPPO CORAZZATO LEONESSA |
Articolo di Carlo Cucut © pubblicato su Historica Nuova n.° 10/2004
Il Gruppo Corazzato "M" Leonessa trae le
sue origini dal Gruppo Carri della I
Divisione Corazzata di CC.NN. "M" nata il 25
giugno 1943 e denominata, dopo il 25 luglio, 136a
Divisione Corazzata Legionaria "Centauro".
Dopo l’armistizio, il 16 settembre, vengono restituiti l’armamento pesante e i carri ai
Tedeschi. Il 21, a Roma, ufficiali e legionari
decidono di ricostruire il "Leonessa" come
Gruppo Corazzato e il 29 iniziano il trasferimento in localita' Montichiari (Brescia) ove
prende avvio la costituzione del Gruppo e
l’addestramento dei reparti.
A Montichiari il gruppo raggiunse la forza di un Battaglione composto da una compagnia carri, una Compagnia autocarrata, una Compagnia Guastatori.
Il primo comandante del Gruppo Corazzato Leonessa è il Ten. Col. Testi, seguito dal
15 ottobre 1943 dal Maggiore Priamo
Swich promosso successivamente Ten. Colonnello. Inizialmente, senza mezzi corazzati e blindati, la "Leonessa" corre il rischio di
essere trasformato in Battaglione O.P., ma
la ferma opposizione del comandante Swich
e degli ufficiali fa recedere il Comando della G.N.R. da tale progetto. Inizia quindi un
periodo intenso teso al recupero dei mezzi
necessari al Gruppo, con vere e proprie razzie effettuate nei depositi, caserme e nelle
campagne, ovunque l'efficace servizio informazione del reparto avesse scovato materiale idoneo alle esigenze del Gruppo.
Il 1°
febbraio 1944 in occasione del giuramento, il Gruppo, su due compagnie e plotone comando e servizi, si presenta e sfila a
Brescia completamente motorizzato e con
diversi carri. Il Gruppo continua ad aumentare in uomini e mezzi sino fino a raggiungere, verso la fine della guerra, un organico costituito da 4 Compagnie, 2 Reparti distaccati e la Compagnia Comando Distaccamento di Milano (Compagnia di formazione) oltre a una batteria motorizzata.
Distaccato dal 1°
marzo 1944 a Torino in
rinforzo al Comando G.N.R., continua anche in Piemonte le sue operazioni di recupero mezzi, recuperando autocarri, carri, mitraglie, mitragliatrici, munizioni e in un
grande albergo di Saint Vincent, durante un'operazione antiguerriglia, otto trattori
SPA nuovi.
L’organico assomma ora a 831 uomini
suddivisi in 70 ufficiali, 52 sottufficiali e 709
legionari; considerevole il parco automezzi
poiche' oltre ai mezzi blindo-corazzati esistenti, entrano in servizio autocarri ,trattori, autovetture, motociclette, carri attrezzi, cucine da campo e autoufficine. (vedi dettaglio di P. Barbarigo)
Le zone di operazione del Gruppo comprendono Piemonte, Emilia e Lombardia, con i reparti così dislocati.
PIEMONTE
Comando Gruppo con sede a Torino, della
forza di una Compagnia Comando. Reparto distaccato alla RIV di Cimena che nel marzo del 1945 aveva un organico di 6 ufficiali
e 88 legionari, 2 carri L3 e 1 Blindo. Reparto distaccato a Moncalieri.
I
e II
Compagnia Reparti Operativi, con
carri M13/M14/M15, L3/L6, autoprotette,
autoblindo; il loro impiego era quello tipico
delle azioni antiguerriglia nelle varie vallate
in appoggio ai reparti RSI o tedeschi, scorta
alle autocolonne di rifornimento, pattugliamento della autostrada TO-MI e sulle direttrici in partenza dal capoluogo piemontese.
Gli eventi tattici più significativi cui parteciparono i mezzi della "Leonessa" furono
la liberazione di Asti, la riconquista della
Val d’Ossola e l’appoggio a reparti dell’esercito al Forte dello Chaberton contro
i francesi.
EMILIA
III
Compagnia. Comando base a Piacenza
dal novembre 1944 con presidi a Gropparello e a Montechino, località questa molto importante perche' sede dei pozzi petroliferi
dell'AGIP, gli unici in Italia.
IV Compagnia
a Rallio di Rivergaro con distaccamento a
Busseto. Erano presenti carri M13, L3, autoblindo, autoprotette leggere e pesanti. Il
loro compito era l’appoggio alle azioni antiguerriglia nell’Appennino piacentino e nella
Val Trebbia, la protezione alle vie di comunicazione con la Liguria e soprattutto la protezione con presidi fissi e pattugliamenti
nella zona petrolifera di Montechino.
LOMBARDIA
Distaccamento di Milano con una Compagnia di formazione e officina sussidiaria, essa assolse il compito di base logistica e di
appoggio ai reparti del Piacentino e funzione di addestramento, con saltuaria opera di
servizio pubblico a Milano.
Batteria da 75/27 a Bergamo, in addestramento sino al febbraio del 1945 e in attesa
di impiego a fine aprile.
NUCLEI DISTACCATI
Plotone carri M in appoggio al Forte Chaberton. 2 Blindo al Comando GNR di Brescia. 1 L3 a Varallo Sesia presso il Comando tedesco. 2 carri M presso il Battaglione "Venezia Giulia" nell’Ossola. 1 Blindo Zerbino presso il posto di osservazione aerea di
Lanzo (TO).
La fine del conflitto colse i reparti della "Leonessa" in armi e vigili nelle loro posizioni e nel ripiegamento, in esecuzione alla
Riservata "Emergenza Zeta" del Comando
Generale della GNR, ogni reparto si mosse
in modo autonomo ponendo fine in maniera
diversa alla propria storia.
Il distaccamento di Piacenza contrastò con
un plotone di carri M14 al comando del S.
Ten. Rinetti (rimasto ucciso negli scontri)
le avanguardie americane il 25 aprile, mentre il resto della colonna al comando del
Ten. Loffredi traghettò il Po la sera del 27 e
si arrese a Cassano d’Adda il 30 aprile agli
americani.
Il distaccamento di Milano costitui'
l'avanguardia della colonna che giunse a
Como la mattina del 26 allo scopo di operare nel Ridotto della Valtellina, finendo prigioniero dei partigiani.
Il distaccamento di Bergamo, al quale si
era unito il Gruppo di Montechino che il 21
aveva traghettato il Po, il 25 ricevette
l'ordine di portarsi a Como. Partito il 26 sera si divise in due colonne, la prima, piu'
leggera e veloce, che aggregò durante il tragitto una Compagnia motorizza del Battaglione "Perugia", verra' circondata e costretta ad arrendersi alle soglie di Lecco nel rione di Pescarenico da svariate brigate partigiane che dopo la resa fucilarono 16 ufficiali e sottufficiali dei due reparti; la seconda si
arrese la sera del 27 a Cisano Bergamasco.
Il distaccamento più consistente era quello
di Torino, dove la "Leonessa" aveva la
Compagnia Comando con i servizi, I e XII
Compagnia. Torino era circondata da forti
raggruppamenti partigiani che attendevano
l’inizio dell’insurrezione per occupare la
citta', ma nonostante gli sforzi e alcuni successi iniziali, sia il 25 che il 26 aprile la citta'
resto' saldamente in mano alle truppe della
RSI e solo nelle prime ore del 28, in ottemperanza a quanto previsto dalla Riservata "Emergenza Zeta", i reparti in armi repubblicani riuniti in colonna (circa 5000 uomini) iniziarono la marcia verso Chivasso,
scortati dai mezzi blindocorazzati della "Leonessa".
Giunti a Strambino Romano, dal 30 aprile
al 5 maggio 1945 venne costituita una zona
franca dove continuo' a sventolare il vessillo
della RSI, ultimo lembo di terra italiana sotto giurisdizione italiana; qui i reparti in armi si consegnarono infine prigionieri agli americani dopo aver ricevuto l’onore delle armi.
Si concludeva così con questa cerimonia,
dieci giorni dopo la "fine ufficiale" della
guerra, la storia del Gruppo Corazzato “M”
Leonessa, una storia di breve durata temporale ma estremamente intensa e densa di azioni costate al reparto la perdita di 52 caduti (l'ultimo dei quali, un ufficiale, assassinato nel febbraio del 1946 al rientro dalla
prigionia a Pinerolo) e 46 feriti tra ufficiali,
sottufficiali e legionari.
Intregazione articolo di Paolo Crippa ©
L’autoparco del “Leonessa”,
uno dei migliori dei reparti repubblicani, allineava numerosi autocarri di marca diversa. Gli autocarri erano dipinti nella
classica livrea giallo sabbia del Gruppo e recavano le “M” rosse con la scritta GNR in nero sopra
entrambi i fari anteriori, sulle sponde laterali e posteriori del cassone; alcuni mezzi della Compagnia "Arditi" avevano anche le M mussoliniane saettanti nere sulle portiere.
I 16 carri del Gruppo, CV33 e CV35, erano distribuiti tra la 2° e la 3° Compagnia, di stanza rispettivamente a Torino e a Piacenza ed erano usati nei distaccamenti del "Leonessa" con
compiti di presidio e polizia. Questi carri provenivano da depositi o da recuperi fortuiti, molti erano
in cattive condizioni e furono rimessi in ordine di combattimento dall’efficiente opera dell’Officina
del Gruppo. Erano tutti verniciati in giallo sabbia e come simbolo vi era M rossa con fascio e
scritta “GNR” in nero sul
fronte accanto alle
mitragliatrici; ai lati
della casamatta vi era
un numero in nero (per
indicare il numero del
carro nel plotone) in un cerchio sempre in nero.
Sugli L6 la M rossa con fascio e
scritta “GNR” in nero era posto oltre che sui lati della casamatta anche sulla piastra inclinata anteriore e sul portello posteriore della torretta.
I carri M a fine guerra erano stati tutti (o quasi) mimetizzati con una mimetica a tre toni (chiazze marroni e verdi su giallo sabbia), non ad amebe.
Per quanto riguarda l'araldica, i carri M avevano sui lati e sul retro della torretta il simbolo del Gruppo ed erano targati sia anteriormente (targa orizzontale rettangolare) che posteriormente (targa quadrata su due righe), con la sigla "GNR" e un numero di 4 cifre.
Uniforme dei Legionari del Gruppo Corazzato "M Leonessa"
L'uniforme dei Legionari del Gruppo Corazzato "M Leonessa" era uguale per tutti (ufficiali, sottufficiali e militi). La distinzione era nei segni dei gradi, era di colore blu-scuro.
Giubba corta, senza colletto, con soprapetto (davanti) e controspallone (dietro) segnati a punta, bottoniera coperta (quattro bottoni grandi). Senza fiamme nere e con la "M" rossa al posto del gladio. Maniche terminanti a polsino con due bottoni piccoli ciascuno. Un bottone piccolo per ciascun taschino al petto. Cinturino di cuoio con placca metallica ed aggancio, senza tracolla. Pugnale fissato al cinturino, a sinistra.
Pantaloni lunghi tipo sciatore fermati alla caviglia, con due tasche laterali e due posteriori con pattina, sostenuti da una cinghia.
Stivaletti neri - Camicia nera con cravatta - Copricapo basco di stoffa, uguale al colore dell'uniforme. Fregio al basco: teschio con tibie. I carristi indossavano il classico casco (vedi immagine) e il cappotto in pelle.
Per maggior approfondimenti visitare la sezione Uniformi appososita curata dall'esperto Paolo Crippa
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I LEGIONE DASSALTO "M" "TAGLIAMENTO" |
Acquartierato a Prevesa, sullo Ionio, a nord di Cefalonia, alla data
dell’8 settembre 1943, il Battaglione si pose
agli ordini della 1a Divisione Cacciatori Alpini tedesca, venendo destinata a difesa della zona intorno al lago di Gianina.
Nell’ottobre 1943 il Battaglione, tornato in
Italia, si riorganizzò a Verona per essere
quindi trasferito (novembre dello stesso anno), in funzione antipartigiana, in Valle
d’Aosta prima, poi in Piemonte. Sul finire
del 1944 il XIX fu spostato, con identici
compiti, a Stresa, dove rimase sino
all’aprile del 1945, arrendendosi agli ameri
cani il 2 Maggio, a Novara.
A
partire dalla tarda primavera del 1944 la Legione “Tagliamento” recuperò 3 carri CV38, uno dei
quali rimase quasi subito bloccato per un guasto; i carri, raramente impiegati perché poco efficaci
nelle zone dove operava la “Tagliamento”, rimasero presso la Legione fino alla cessazione delle
ostilità ed uno cadde in mano ai partigiani.
Gli L3 erano in grigioverde e come simbolo avevano una M rossa incavallata ad
un fascio repubblicano
e la dicitura “LEGIONE
TAGLIAMENTO” sulle
fiancate della
casamatta e (solo la “M” rossa) sulla piastra
sopra le mitragliatrici.
Per ulteriori approfondimenti sulle si ricorda di visitare la sezione apposita curata da Paolo Crippa.
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BATTAGLIONE "M" "9 SETTEMBRE" |
Formato a Tolone nel settembre del 1943 subito dopo l’8 settembre, come cito' il Duce si puo' affermare che : “Il Battaglione IX Settembre è da considerarsi il padre del nuovo esercito repubblicano perché mai voi scioglieste le file, mai deponeste le armi. Se tutti i soldati d’Italia l’8 settembre avessero imitato il vostro esempio, l’Italia non si troverebbe in così tristi e misere condizioni”.
Il 30 settembre venne trasferito in Italia al seguito del Bansen Battalion del 2° Reggimento della Divisione Brandenburgo.
Formato in gran parte con volontari abruzzesi assunse la denominazione iniziale di Battaglione M Zardo. Qualche mese più tardi, l’unità divenne ufficialmente il Battaglione IX Settembre e raggiunse circa i 300 effettivi. Venne organizzato inizialmente con un Gruppo Comando su 2 Compagnie, entrambe con 3 plotoni fucilieri. Nella primavera del '44 fu riorganizzato su tre compagnie con ognuna un plotone comando e tre plotoni; completava l’unità un Gruppo Servizi Speciali.
Rimase per alcuni mesi di presidio del territorio abruzzese, operando sia
alle spalle della linea del fronte sia contro le locali bande partigiane. Dopo un breve periodo nell'isola d'Elba, dove riuscirono ad impossessarsi di numerose armi dalle unita' sbandate del Regio Esercito, operarono in provincia dell'Aquila. Dopodiche' per due settimane venne impiegato un reparto del battaglione, agli ordini di Zardo, ad Anzio per contenere l’avanzata delle truppe alleate.
In seguito su spedito sul retrofonte di Ortona dove prima del trasferimento nella provincia di Macerata il Battaglione venne formalmente sganciato dalla Divisione Brandenburg ed inserito ufficialmente nell’Esercito Repubblicano della RSI con la denominazione di “I° Battaglione M Camicie Nere IX Settembre”. Nelle Marche stabilirono la sede Comando a Camerino e svolsero alcune operazioni di controguerriglia insieme al Kampfgruppe Hettinger del 3° Reggimento della Brandenburg.
Con lo sfondamento di Cassino si ritirarono e, passando per Pesaro e Castrocaro, raggiunsero il 20 settembre la Val d'Aosta.
Dopo un breve periodo
operativo, il Battaglione seguì le sorti della Divisione “Brandeburg” da cui
bene o male ancora dipendeva, e combatté per la difesa del Reich nella Prussia Orientale, fino al gennaio 1945.
Rientrato definitivamente in Italia si sciolse il 28 aprile 1945 a Vittorio Veneto (TV), dove molti
dei suoi effettivi furono trucidati dai partigiani.
Dalle evidenze fotografie, il Battaglione aveva dei
FIAT 626 dipinti in giallo sabbia, alcuni dei quali armati di mitragliatrice Breda 37 nel cassone e al momento della costituzione in Francia almeno un autoblindo AB41, mentre al termine si puo' stabilire 5 autoblindo italiane, tutte dipinte in giallo sabbia con targa della Werhmacht.
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Comando Provinciale GNR di Piacenza |
- 1 autocarro Lancia 3 RO blindato artigianalmente dall'Arsenale di Piacenza (ceduto alla XXVIII Brigata Nera di Piacenza) - secondo altre fonti si trattava di un Ceirano 47cm;
- 1 autocarro FIAT 666 blindato artigianalmente dall'Arsenale di Piacenza con una torretta armata di Breda 12,7 mm.
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Comando Provinciale GNR di Varese |
La Compagnia Comando ebbe in dotazione un carro m13/40 ed un autoblinda AB41, usati solo in occasione dell'operazione "Avanti" nell'ottobre 1944.
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2° REGGIMENTO MILIZIA DEL TERRITORIO - Compagnia "Mazza di ferro" |
Il 2° Reggimento Milizia Difesa Territoriale, dislocato nella zona di Pola, riuscì ad acquistare un L3 da
un contadino istriano e ad entrare in possesso di un secondo barattandolo con viveri e vestiario…
dai partigiani slavi. Uno dei carri, immobilizzato per noie meccaniche, fu usato come fortino
interrato e fu distrutto dai legionari, insieme al fratello, al termine della guerra, nel timore che
potessero finire in mano ai titini.
L'3 probabilmente era sempre in grigioverde senza simboli di reggimento.
Oltre all'L3 ebbero 6 autoprotette armate con mitragliatrici binate da 13,2 mm e con mitragliere da 20 mm, dotate di protezioni aggiuntive e reti antibomba.
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