La guerra di Spagna fu una guerra civile combattuta tra il luglio 1936 e l'aprile 1939 fra i ribelli franchisti, noti come Nacionales, ed i Republicanos ovvero le truppe governative ed i sostenitori della Repubblica Spagnola.
Tutto ebbe inizio dopo le contestate elezioni del 16 febbraio 1936 che portarono al potere il governo del Fronte Popolare (Frente Popular) appoggiato dai partiti della sinistra ed avversato da quelli di destra e centro.
Il 18 luglio la situazione precipita: alcune guarnigioni militari insorsero contro il governo repubblicano ("alzamiento") e il generale Franco sbarco' sul suolo nazionale con le truppe coloniali, dal Marocco. Fu l’inizio della guerra civile, con pesanti ripercussioni anche sul piano internazionale. Sara' infatti la prova generale della seconda guerra mondiale perche' il conflitto vedra' impegnate a sostegno delle due parti in lotta da un lato URSS, Messico e, a fasi alterne, Francia (in favore dei "repubblicani"), e dall’altro Italia, Germania e Portogallo (in favore dei "nazionalisti").
La guerra di Spagna fu anche il primo teatro di guerra a vedere scontri tra mezzi corazzati, sia pure in
maniera limitata.
L'Esercito Repubblicano pote' contare su 36.000 soldati dell'Esercito regolare; 20.000 Guardie Civil, 25.000 Asaltos (milizia del ministero degli Interni costituita nel 1931 per difendere la Repubblica), 10.000 Carabineros e "forze volontarie" reclutate in Spagna pari a 400.000 "miliziani". A queste bisogna aggiungere una Corazzata, 3 Incrociatori, 8 Cacciatorpediniere, 5 Torpediniere, una Cannoniera, 5 Guardacoste e 6 Sommergibili. e circa 200 aerei di modello superato.
L'Unione Sovietica mando' aiuti materiali consistenti ai repubblicani. Se pochi furono 500 volontari tra il luglio del 1936 e il dicembre 1938, consegno' alla Spagna Repubblicana 250 aerei da combattimento, tra cui caccia Polikarpov I-15 e I-16 e bornbardieri Tupolev SB-2 Katiuska, 1.400 autocarri, 731 tra carri armati leggeri e medi BT-15 e T-26 e autoblindo BA-10, 1.230 pezzi d'artiglieria, centinaia di migliaia fucili e bombe a mano. Senza contare le decine e decine di migliaia di tonnellate di rifornimenti e attrezzature militari di tutti i tipi sbarcate nel corso del conflitto dai piroscafi russi nei porti di Valencia, Alicante, Cartagena e Barcellona.
Notevole fu anche il contributo della Francia che forni' alla Repubblica circa 260 aerei da combattimento (Potez, Dewoitine, Bloch), 198 cannoni, 200 carri armati leggeri e medi (parte dei quali Renault FT.17), 3.247 mitragliatrici, 4.000 camion, 47 moderne batterie d'artiglieria, 9.579 veicoli di vario tipo e quasi 16.000 tonnellate di munizioni e carburante (materiale fornito in parte dalla Francia e in parte da altre nazioni pro repubblica).
L'Esercito Nazionalista dispose, invece, di 25.000 soldati dell'Esercito più 30.000 soldati appartenenti al Tercio ed alle truppe marocchine, 14.000 uomini della Guardia Civil, 10.000 degli Asaltos "Bruno Pellegrini", 6.000 Carabineros, truppe volontarie come 6.000 "requetés", monarchici carlisti, e circa 15.000 falangisti. A queste bisogna aggiungere una Corazzata molto vecchia, un Incrociatore, un Cacciatorpediniere, 3 Torpediniere, 4 Cannoniere e 4 Guardacoste e circa 100 aerei, tutti di modello molto antiquato.
A fianco dell'Esercito Nazionalista prestarono servizio oltre ai tedeschi e agli italiani anche 20.000 portoghesi, e circa 700 tra irlandesi, jugoslavi e rumeni.
In dettaglio i mezzi messi in campo da ambo le parti furono:
Carri Armati e Autoblindo Repubblicani |
Carro Medio BT-5 (URSS) = 50 esemplari
Carro leggero T-26 B (URSS) = 281 esemplari
Autoblindato FA-1(URSS) = 20 esemplari
Autoblindato BA-3 e BA-6 = 80 esemplari
Carro Leggero Renault FT-17M e FT-17C (Francia) = 69 esemplari
Carro Leggero Renault FT-17C (Francia)
Carro Pesante d'Artiglieria Schneider M-16 CA.1 ((Francia) = 4 esemplari
Carro Leggero
Trubia 75A Mod. 1926
Carro Leggero Trubia Mod. 1936 (Spagna) "Tanque de Juguete"
Carro IGC prototipi Sadurni de Noya (Spagna) = 2 vers. armata e 6 vers. trattore d'artiglieria
Aublindato Bilbao Mod. 1932 (Spagna) = 47 esemplari
Autoblindato Union Naval Levante 35 (Spagna) = 120 esemplari
Autoblinadato Chevrolet 1937* (Spagna) = 70 esemplari
Autoblindati artigianali "tiznaos" (Spagna)
Trattore
Oruga Blindado n.° 1 (Spagna)
* = Molti di essi furono armati con la torretta del T-26/BA |
Carri Armati e Autoblindo Nazionalisti |
Carro Veloce CV 3/33 - CV 3/35* - CV. 3/35 vers. lanciafiamme (Italia) = 155 esemplari
Autoblindato Lancia Ansaldo 1ZII e 1ZM (Italia) = 16 esemplari
Panzerbefehlswagen I** - PzKpfw I ausf A*** e B (Germania) = 180 esemplari
Carro Leggero Renault FT-17M e FT-17C (Francia) = 5 esemplari
Carro Leggero
Trubia 75A Mod. 1926 (Francia) = 3 esemplari
Aublindato Bilbao Mod. 1932 (Spagna) = 3 esemplari
Carro Leggero Vickers 6 t Type B con due torrette (Bolivia)
* = Alcuni CV 3/35 furono armati con Breda 20 mm oltre alle due MG
** = uno fu modificato in carro di recupero
*** = Alcuni PzKpfw I A chiamati localmente "Negrillo" furono armati con Breda Mod.85 20mm
|
La Germania usò la guerra come campo di prova collaudando i celebri Junkers Ju 87 e forni' ai nazionalisti la "Legione Condor" comprensiva di 120 carri leggeri Panzer I Ausf A e B e Kleiner Panzer Befehlwagen.
L'Italia invece, partita per fare esperienza, fu quella che forni' numericamente il maggior aiuto a Francisco Franco Bahamonde. Oltre a circa 750 velivoli formo' il Corpo Truppe Volontarie (CTV) e provo' sul campo i suoi carri veloci.
L'aiuto militare italiano alla Spagna nazionalista ebbe inizio con il decollo, il 30 luglio 1936, di dodici bombardieri S.81 diretti in Marocco, riverniciati in tutta fretta per ricoprire le insegne militari. Di questi, uno cadde in mare e due furono obbligati, per mancanza di carburante, a un atterraggio di fortuna nel Marocco francese, mentre gli altri nove riuscirono a raggiungere il Marocco spagnolo. Insieme ai 20 JU52 da trasporto forniti dalla Germania, gli aerei italiani e piccoli convogli navali consentirono a Franco di trasferire in Spagna durante il mese di agosto 9.000 uomini, 5 carri veloci, 40 mitragliatrici, batterie antiaeree, munizioni, bombe, carburante e lubrificante.
Dall’arrivo del primo contingente di mezzi nell’agosto 1936, nel settembre, il generale Roatta acconsenti' a fornire ulteriori 10 carri veloci e 38 cannoni da 65mm. Nel mese di ottobre il volume degli aiuti militari aumento' arrivando persino ad equipaggiare e ad armare l'incrociatore spagnolo Canaris.
I carri e i pezzi d'artiglieria spediti dall'Italia a fine settembre apparvero sul campo di battaglia il 21 ottobre 1936 per poi essere costantemente impegnati nelle settimane che seguirono sul fronte di Madrid. Qui gia' emerse, oltre il netto divario qualitativo e di potenza tra i mezzi
blindati italiani e quelli di fabbricazione sovietica, l'uso operativo improprio frazionando i carri per usarli come supporto alla fanteria.
Sino alla fine del conflitto
furono circa 150 i carri veloci tipo CV33/35 impiegati in Spagna oltre a 8 autoblindo Lancia-Ansaldo 1ZM.
Inizialmente i carri italiani furono dati direttamente alle truppe nazionaliste solamente in seguito furono concentrati in unità
meccanizzate posto sotto il diretto controllo del CTV.
I comandanti del CTV furono tre:
Generale Mario Roatta - dal 1936 al 1937 (fu rimosso dopo la battaglia di Guadalajara)
Battaglia di Malaga - (vittoria Nazionalista)
Battaglia di Guadalajara - (vittoria Repubblicana)
Generale Ettore Bastico - nel 1937
Battaglia di Santader - (vittoria Nazionalista)
Generale Mario Berti - dal 1937 fino alla fine della guerra
Offensiva d'Aragona - (vittoria Nazionalista)
A capo dei Reparti Speciali e dei Carristi vi fu il colonnello Valentino Babini comandante del 3° Reggimento Carri. Il 25 aprile del 1937 sostitui il colonnello Rivolta.
I primi invii di carri formarono la Compagnia Carri "Navalcamero" successivamente divenne Battaglione Carri d’Assalto Oltre Mare Spagna, per poi
diventare il Raggruppamento Reparti Specializzati (RRS), ed infine nel 1938 Raggruppamento Carri.
Nel novembre furono inviati pure due sommergibili, nel tentativo di ridurre il flusso di forniture che, via mare, arrivavano dalla Unione Sovietica.
Il 18 dicembre 1937 "per raddrizzare la spina dorsale delle formazioni nazionaliste spagnole" sbarco' a Cadice anche il primo contingente di 3.000 CC.NN. trasportato dal piroscafo "Lombardia"; un secondo contingente di 5.000 CC.NN: arrivo', sul "Sardegna", il 15 gennaio 1937. Furono formati due reggimenti della prima brigata legionaria. I battaglioni si chiamarono banderas mentre i reggimenti saranno gruppi di banderas; le uniformi erano di panno kaki e non quelle regolamentari grigio verde delle Forze Armate italiane e gli elmetti erano quelli della 1ª G.M.. In complesso, a fine gennaio, gli italiani costituivano una grande unità di circa diecimila uomini.
Le forze italiane, esclusa l'azione dell'ottobre dell'anno precedende a Madrid, entrarono in azione per la prima volta a Malaga, sulla costa mediterranea, dove 4 gruppi di banderas (di cui 2 con compagnie carri L e 1 con un plotone), congiuntamente a forze nazionaliste l'8 febbraio 1937 occuparono la citta' costiera senza particolari difficolta. Immediatamente furono organizzate due colonne celeri e il 10 occuparono Nerja e Motril, una specie di blitzkrieg che fu giudicata un successo completo.
A fine febbraio 1937 il CTV era organizzato da:
-
1ª Divisione CC.NN. "Dio lo vuole"
-
2ª Divisione CC.NN. "Fiamme nere"
-
3ª Divisione CC.NN. "Penne Nere"
-
4ª Divisione d'assalto "Littorio"
-
Raggruppamento autonomo "XXIII Marzo"
-
Brigata "Frecce Nere"
-
Brigata "Frecce Azzurre"
Con questa formazione prese parte alla battaglia di Guadalajara. I 35.000 soldati italiani erano relativamente ben motorizzati, anche se la fanteria avanzava a piedi. Di questi reparti, due compagnie carri L erano assegnate alla 2ª Divisione "Fiamme Nere" e due alla 3ª Divisione "Penne Nene", con la compagnia di autoblindo e quella di motomitraglieri. Gli italiani dovevano formare il cuneo centrale dell'attacco a Guadalajara, fiancheggiati da forze spagnole su entrambi i lati.
Di fronte agli italiani e agli spagnoli, nel settore di Guadalajara,
c'erano i 10.000 uomini della 12ª divisione repubblicana, disposti su un unica linea di difesa, senza nessuna particolare opera difensiva a proteggerli. Durante i primi due giorni dell'offensiva, l'8 e il 9 marzo, gli italiani avanzarono senza interruzioni anche se non cosi' velocemente come previsto nei piani. le truppe di Franco a sud di Madrid non si mossero, nonostante le insistenti richieste italiane. Nel frattempo la Repubblica fece affluire nel settore le riserve, comprese unita' dell'11ª brigata internazionale. Il 12 l'avanzata delle truppe italiane fu fermata. per i giorni successivi i combattimenti tra il CTV e le truppe repubblicane si svolsero per la maggior parte in una zona boschiva abbastanza circosritta attorno alla citta' di Brihuega. Il morale delle camicie nere, la cui avanzata era arrivata a un punto morto, scese rapidamente, mentre altrettanto rapidamente sali' quello dei repubblicani. Il 12 i repubblicani iniziarono il contrattacco, obbligando Roatta a inviare al fronte le sue due divisioni di riserva. L'offensiva era fallita ma Roatta non volle ritirarsi su posizioni difensive. Il 14 si scateno' uno dei combattimenti più aspri e famosi della battaglia: quello del Palazzo Ibarra. Le CC.NN. resistettero eroicamente malgrado fossero investite anche da carri sovietici. La lotta disperata durò per due giorni e mezzo e costò alle CC.NN. molte perdite. Il 18 marzo i repubblicani sferrarono il loro contrattacco, con alla testa la brigata Garibaldi composta da italiani contrari al fascismo, appoggiatidai carri armati russi comandati dal generale Pavlov. I carri sovietici misero fuori
causa da subito i leggeri blindati italiani. Le fanterie italiane si difesero finché poterono ma alla fine
furono costrette a ripiegare anche se i repubblicani non recuperarono tutto il terreno perduto. Misurata in termini startegici e tattici, Guadalajara fu una vittoria che non fece ottenere terreno ai repubblicani ma una vittoria morale e psicologica.
La battaglia di Guadalajara costituì un esempio di come non andavano impiegati i carri.
La relazione del comandante dell’RRS, colonnello Carlo Rivolta, in proposito all’utilizzo dei carri
durante la battaglia risulta chiarissimae afferma nella sua relazione redatta in data 31 marzo 1937 che:
I nostri carri non sono da rottura; l’efficacia della loro azione dipende:
-dalla velocità, dalla massa e dalla cooperazione intima con la fanteria di contro ne esaurisce, innanzitempo,
autonomia, ed energia dei reparti
- colonne corazzate indipendenti non potevano sopravvivere sul moderno
campo di battaglia, le tecniche controcarro dominavano i corazzati, i carri e la fanteria a piedi
operando insieme potevano battere le forze meccanizzate.
La Blitzkrieg tedesca smenti' alcuni anni dopo questi giudizi ma sul momento i nostri generali non
seppero guardare oltre.
L'unica cosa che seppero fare dopo l’esperienza di Guadalajara, fu di riorganizzare il CTV e di addestrare meglio i carristi dell'RSS. Il generale Roatta fu sostituito dal generale Bastico, il colonnello Rivolta venne sostituito in comando
dal Colonnello Babini il 25 aprile 1937: pagava anche lui, seppure ingiustamente, le conseguenze dello
scacco di Guadalajara.
Guadalajara segno' la fine del costante aumento dell'impegno italiano in Spagna e introdusse il periodo finale, quello piu' lungo, in cui Roma si trovo' obbligata a pagare il prezzo degli impegni presi.
Bastico sciolse la 1ª e la 3ª divisione di CC.NN., utilizzandone gli elementi migliori per rinforzare la 2ª divisione "Fiamme Nere" e fece rimpatriare circa 3.700 uomini.
Franco nel frattenpo sposto' i suoi obiettivi: non si trattava piu' di prendere Madrid ma di conquistare, invece, le regioni basche e Santander. Bastico caldeggiava la partecipazione delle nostre truppe all'offensiva contro Bilbao, ma non voleva essere costretto a un ruolo secondario. Franco, d'altra parte, non intendeva adoperare le unita' italiane dopo lo smacco subito a Guadalajara prima che queste avessero preso parte a qualche azione minore. A causa della posizione di stallo venutasi a creare tra i due alleati, il CTV fu tenuto in riserva durante l'intera offensiva contro Bilbao, anche se l'attacco dei nazionalisti fu appoggiato dall'aviazione italiana.
Nell'offensiva vittoriosa contro Santander (14 agosto 1937) gli italiani svolsero
un ruolo piu' importante, anche se non di primo piano.
A Santander i carristi italiani rientrarono in azione inseriti nella divisione d'assalto Littorio come distaccamento celere su :
- due Btg. Carri
- un Btg. motomitraglieri
- una Cp. autoblindo
- Btg. fanteria meccanizzata
Concluse le operazioni a Santander, il comando dell’RRS presentò una seconda relazione, in data 15
settembre 1937, con oggetto “Esperienze da Offensiva Santander”.
In questa relazione vengono evidenziati i progressi degli equipaggi dovuti dall'intenso addestramento, l'inadeguatezza del CV33/35 come carro da rottura e viene sconsigliato l’impiego dei pezzi controcarro trainati dai carri auspicando la produzione invece di un carro-cannone o un autoblindo-cannone per l’appoggio
dei carri d’assalto.
Quello che secondo il comando dell’RRS continuava a mancare era la
cooperazione tra fanteria e carri d’assalto.
Nel settembre del 1937, unendo le due Brigate Frecce (Nere ed Azzurre) nacque la Divisione "Frecce". prese in consegna un settore del fronte Aragonese, a San Mateo de Gàllego.
In questo periodo il CTV era composto dallle divisioni "Littorio" e dalla "Fiamme Nere XXIII Marzo" inoltre comprendeva di un raggruppamento carristi.
In questo periodo il generale Berti sostitui' Bastico
Il 1° ottobre del 1938 il generale Franco decreto' il congedamento dei Legionari con più di 18 mesi di servizio in terra di Spagna cosi' il 15 ottobre 10.000 italiani partirono da Cadice per l'Italia. Il ritiro delle truppe forse contribui' a rendere il CTV un'unita' militarmente piu' efficiente cosi' organizzate:
4ª Divisione d'assalto "Littorio"
Divisione "Frecce Nere" (divisione in quanto vennero inserite reclute spagnole)
Divisione "Frecce Azzurre"
Divisione "Frecce Verdi"
Raggruppamento Artiglieria
Raggruppamento Genio
Raggruppamento carristi con al comando il colonnello Babini cosi' composto:
- una compagnia comando, comprendente un plotone di carri veloci lanciafiamme;
- un reggimento carri d’assalto, su tre battaglioni (compreso un Raggruppamento spagnolo) di due
compagnie ciascuno ognuno armato con 52 L3;
- un battaglione motorizzato su una compagnia bersaglieri, una di mitraglieri motociclisti e una di
autoblindo
-
un battaglione di Arditi rinforzato da una compagnia di bersaglieri mitraglieri ;
- un gruppo misto comprendente una batteria autotrasportata di cannoni da 5mm, una di cannoni anticarro da 37mm, una batteria mista (47e 45mm) e una compagnia di contraerei
-
un raggruppamento di genieri
Per un certo periodo al posto del battaglione Arditi ci fu' un battaglione Fucilieri su una compagnia di bersaglieri motomitraglieri e una compagnia carri T-26 di preda bellica.
Il CTV cosi' riorganizzato
svolse un ruolo significativo nell'offensiva di Catalogna della fine 1938 inizio 1939. la caduta della Catalogna segno' la fine di un'effettiva resistenza repubblicana. Quasi 10.000 tra ufficiali e soldati italiani furono mandati in Spagna tra il gennaio e il marzo 1939, ma per l'occupazione di Madrid, il 28 marzo, e per la fine della guerra, il 1° aprile, la maggior parte di essi non entrarono mai in azione.
Il bilancio
dell'intervento militare italiano nella guerra civile spagnola si riassume in queste cifre. Tra il luglio 1936 e l'aprile 1939 l'Italia invio' in Spagna 1.800 cannoni, 3.400 mitragliatrici, 157 carri veloci, 6.800 mezzi motorizzati di diverso tipo, 7 milioni e 700.000 proiettili di artiglieria e 320 milioni di pallottole per fucili e mitragliatrici. L'Italia consegno' a Franco anche 213 bombardieri, 414 caccia e un certo numero di ricognitori. Il costo del materiale bellico fornito dal ministero della guerra ammonto' a 4 miliardi e 200 milioni di lire del tempo, senza contare l'aviazione militare che spese un altro miliardo e 800 milioni. Il tributo italiano piu' alto lo pagarono gli oltre 3.300 caduti e gli 11.000 feriti. |