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Centro Documentazione Modellistica

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II
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• La conquista dell'Impero: Etiopia 1935-1936

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La guerra civile spagnola 1936-1939
ALBANIA
• L'occupazione dell'Albania 1939
FRANCIA
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AFRICA SETTENTRIONALE :
• La battaglia di Bardia - dicembre 1940 - gennaio 1941
• L’invasione dell’Egitto e la perdita e la riconquista della Cirenaica
• Operazioni "Brevity" e "Battleaxe", maggio-giugno 1941
• Operazione "Crusader", novembre 1941
• Le battaglie in Cirenaica - gennaio-giugno 1942
• Alam Halfa e El Alamein - settembre -novembre 1942
• La campagna di Tunisia
AFRICA ORIENTALE:
• Dall'occupazione del Somaliland alla ritirata definitiva
BALCANI
• Campagna di Grecia - Jugoslavia - Egeo
RUSSIA
• Campagna di Russia del CSIR e dell'ARMIR
ITALIA
• Invasione della Sicilia
• Invasione d'Italia continentale
• La Linea Gustav, Anzio, Monte Cassino e la Linea Gotica
• L'epilogo
 


COLORAZIONE E CONTRASSEGNI DEI BLINDATI ITALIANI DURANTE LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA

Gli unici mezzi corazzati inviati dall'Italia in sostegno del Corpo Truppe Volontarie in Spagna furono i carri leggeri C.V.33 e C.V.35, cioè quanto di meglio disponeva il Regio Esercito all'epoca, e le autoblindo Lancia 1ZM. In tutto in Spagna combatterono poco più di 150 carri L3, anche nella versione lanciafiamme, e 8 autoblindo Lancia.

I carri L3 mantennero per lo più la colorazione originaria, uno schema mimetico a fitte piccole macchie di colore verde su una base marrone rossiccio; solo alcuni carri leggeri erano in grigioverde, negli ultimi periodi di guerra.
Le autoblindo Lancia 1ZM mantennero il colore grigioverde, ma sul finire del conflitto assunsero la mimetica adottata per tutti gli autoveicoli del C.T.V.: su fondo verde oliva erano disegnate delle chiazze tondeggianti di grosse dimensioni a bordo netto di colore marrone rossiccio ed ocra.

In un primo momento i mezzi corazzati non avevano contrassegni, solo dopo la battaglia di Guadalajara comparvero sui carri L3 dei simboli che, probabilmente, servivano ad identificare:

  • il carro del Comandante di Compagnia = una stella a 5 punte del colore di fondo su disco bianco sulla parte posteriore della casamatta ed il numero "1" in bianco sulla piastra anteriore a destra del gancio di traino;

  • il carro del Comandante di plotone = figure geometriche a profilo;

  • i carri = dischi, quadrati e triangoli bianchi con il numero del carro all'interno della figura, dipinti sui lati e sul retro della casamatta e sulla piastra anteriore a destra del gancio di traino. In realtà, come si vede dalle fonti iconografiche del periodo, la tipologia di contrassegni utizzata fu molto variabile e spesso difficilmente codificabile secondo canoni precisi, specialmente nei primi periodi.

    Con l’incremento dell’organico delle unità carriste del C.T.V. fu modificata la simbologia adottata sui carri armati, rendendola simile a quella impiegata in Patria, sotto forma di figure geometriche a semplice profilo:

  • Comandante di Battaglione =  un fascio littorio dipinto sulle fiancate della casamatta ed il numero “1” sulla piastra anteriore a destra del gancio di traino;
  • Comandante di Compagnia = cerchio a profilo o pieno, con una riga centrale verticale,  orizzontale o obliqua ai lati della casamatta ed il numero “1” sulla piastra anteriore a destra del gancio di traino;

  • Carri di Compagnia = cerchi con riga orizzontale o semicerchi orizzontali, con un quadrato bianco all’interno con il numero del carro nel colore di fondo, posti sui lati della casamatta; talora questo simbolo era riportato anche sul retro della casamatta e sulla piastra anteriore a destra del gancio di traino.

  • I cerchi ed i simboli erano del colore usato anche in Italia per indicare le Compagnie: rosso per la 1°, giallo per la 2° e azzurro per la 3°.

    Blindati di preda bellica

    Le truppe italiane che appoggiavano le forze franchiste misero in campo anche mezzi corazzati di preda bellica, per sopperire alle carenze di quelli nazionali. Si trattava in sostanza di veicoli blindati sovietici, carri leggeri T-26 (uno dei quali fu portato in Italia per essere esaminato presso il 4° Reggimento Carristi), carri BT-5 e autoblindo BA-6.

    I carri di preda bellica mantenevano la colorazione originale (generalmente verde, anche se molti mezzi avevano ricevuto delle mimetiche di diverso tipo, per esempio a macchie o strisce gialle, a chiazze marroni e gialle, eccetera, realizzate sul campo dai Repubblicani).  Alcune BA-6 furono ridipinte con lo schema mimetico a tre colori usato nelle ultimi fasi del conflitto per gli autoveicoli.

    Per evitare che i mezzi di preda bellica fossero scambiati per carri nemici venivano dipinti come contrassegni i colori nazionali (rosso – giallo – rosso) sulla torretta sotto forma di strisce orizzontali.



    Verso Guadalajara





    Bibliografia e Siti Web

    Per questa sezione sono stati utili le seguenti pubblicazioni:

    LIBRI

    [Osprey] - [MAA 074] - The Spanish Civil War 1936-39
    [Osprey] - [Elite 131] - Condor Legion, German Troops In The Spanish Civil War
    ARTICOLI
    J.F. COVERDALE. "Il prezzo della vittoria" su STORIA MILITARE n° 345 - Agosto 1986.

    R. SURLEMONT. "Blindati Italiani in Spagna" su STORIA MILITARE n° 35 - Agosto 1996.

    Siti Web :
    - Carri e veicoli blindati in uso durante la guerra civile spagnola
    - Spanish Civil War
    - Galleria foto guerra civile spagnola
    - Manifesti di propaganda










     

    GUERRA CIVILE SPAGNOLA 1936 – 1939

    La guerra di Spagna fu una guerra civile combattuta tra il luglio 1936 e l'aprile 1939 fra i ribelli franchisti, noti come Nacionales, ed i Republicanos ovvero le truppe governative ed i sostenitori della Repubblica Spagnola.

    Tutto ebbe inizio dopo le contestate elezioni del 16 febbraio 1936 che portarono al potere il governo del Fronte Popolare (Frente Popular) appoggiato dai partiti della sinistra ed avversato da quelli di destra e centro.

    Il 18 luglio la situazione precipita: alcune guarnigioni militari insorsero contro il governo repubblicano ("alzamiento") e il generale Franco sbarco' sul suolo nazionale con le truppe coloniali, dal Marocco. Fu l’inizio della guerra civile, con pesanti ripercussioni anche sul piano internazionale. Sara' infatti la prova generale della seconda guerra mondiale perche' il conflitto vedra' impegnate a sostegno delle due parti in lotta da un lato URSS, Messico e, a fasi alterne, Francia (in favore dei "repubblicani"), e dall’altro Italia, Germania e Portogallo (in favore dei "nazionalisti").

    La guerra di Spagna fu anche il primo teatro di guerra a vedere scontri tra mezzi corazzati, sia pure in maniera limitata.

    L'Esercito Repubblicano pote' contare su 36.000 soldati dell'Esercito regolare; 20.000 Guardie Civil, 25.000 Asaltos (milizia del ministero degli Interni costituita nel 1931 per difendere la Repubblica), 10.000 Carabineros e "forze volontarie" reclutate in Spagna pari a 400.000 "miliziani". A queste bisogna aggiungere una Corazzata, 3 Incrociatori, 8 Cacciatorpediniere, 5 Torpediniere, una Cannoniera, 5 Guardacoste e 6 Sommergibili. e circa 200 aerei di modello superato.

    L'Unione Sovietica mando' aiuti materiali consistenti ai repubblicani. Se pochi furono 500 volontari tra il luglio del 1936 e il dicembre 1938, consegno' alla Spagna Repubblicana 250 aerei da combattimento, tra cui caccia Polikarpov I-15 e I-16 e bornbardieri Tupolev SB-2 Katiuska, 1.400 autocarri, 731 tra carri armati leggeri e medi BT-15 e T-26 e autoblindo BA-10, 1.230 pezzi d'artiglieria, centinaia di migliaia fucili e bombe a mano. Senza contare le decine e decine di migliaia di tonnellate di rifornimenti e attrezzature militari di tutti i tipi sbarcate nel corso del conflitto dai piroscafi russi nei porti di Valencia, Alicante, Cartagena e Barcellona.

    Notevole fu anche il contributo della Francia che forni' alla Repubblica circa 260 aerei da combattimento (Potez, Dewoitine, Bloch), 198 cannoni, 200 carri armati leggeri e medi (parte dei quali Renault FT.17), 3.247 mitragliatrici, 4.000 camion, 47 moderne batterie d'artiglieria, 9.579 veicoli di vario tipo e quasi 16.000 tonnellate di munizioni e carburante (materiale fornito in parte dalla Francia e in parte da altre nazioni pro repubblica).

    L'Esercito Nazionalista dispose, invece, di 25.000 soldati dell'Esercito più 30.000 soldati appartenenti al Tercio ed alle truppe marocchine, 14.000 uomini della Guardia Civil, 10.000 degli Asaltos "Bruno Pellegrini", 6.000 Carabineros, truppe volontarie come 6.000 "requetés", monarchici carlisti, e circa 15.000 falangisti. A queste bisogna aggiungere una Corazzata molto vecchia, un Incrociatore, un Cacciatorpediniere, 3 Torpediniere, 4 Cannoniere e 4 Guardacoste e circa 100 aerei, tutti di modello molto antiquato.
    A fianco dell'Esercito Nazionalista prestarono servizio oltre ai tedeschi e agli italiani anche 20.000 portoghesi, e circa 700 tra irlandesi, jugoslavi e rumeni.

    In dettaglio i mezzi messi in campo da ambo le parti furono:

    Carri Armati e Autoblindo Repubblicani

    Carro Medio BT-5 (URSS) = 50 esemplari
    Carro leggero T-26 B (URSS) = 281 esemplari
    Autoblindato FA-1(URSS) = 20 esemplari
    Autoblindato BA-3 e BA-6 = 80 esemplari
    Carro Leggero Renault FT-17M e FT-17C (Francia) = 69 esemplari
    Carro Leggero Renault FT-17C (Francia)
    Carro Pesante d'Artiglieria Schneider M-16 CA.1 ((Francia) = 4 esemplari
    Carro Leggero Trubia 75A Mod. 1926
    Carro Leggero Trubia Mod. 1936 (Spagna) "Tanque de Juguete"
    Carro IGC prototipi Sadurni de Noya (Spagna) = 2 vers. armata e 6 vers. trattore d'artiglieria
    Aublindato Bilbao Mod. 1932 (Spagna) = 47 esemplari
    Autoblindato Union Naval Levante 35 (Spagna) = 120 esemplari
    Autoblinadato Chevrolet 1937* (Spagna) = 70 esemplari
    Autoblindati artigianali "tiznaos" (Spagna)
    Trattore Oruga Blindado n.° 1 (Spagna)

    * = Molti di essi furono armati con la torretta del T-26/BA

    Carri Armati e Autoblindo Nazionalisti

    Carro Veloce CV 3/33 - CV 3/35* - CV. 3/35 vers. lanciafiamme (Italia) = 155 esemplari
    Autoblindato Lancia Ansaldo 1ZII e 1ZM (Italia) = 16 esemplari
    Panzerbefehlswagen I** - PzKpfw I ausf A*** e B (Germania) = 180 esemplari
    Carro Leggero Renault FT-17M e FT-17C (Francia) = 5 esemplari
    Carro Leggero Trubia 75A Mod. 1926 (Francia) = 3 esemplari
    Aublindato Bilbao Mod. 1932 (Spagna) = 3 esemplari
    Carro Leggero Vickers 6 t Type B con due torrette (Bolivia)

    * = Alcuni CV 3/35 furono armati con Breda 20 mm oltre alle due MG
    ** = uno fu modificato in carro di recupero
    *** = Alcuni PzKpfw I A chiamati localmente "Negrillo" furono armati con Breda Mod.85 20mm

    La Germania usò la guerra come campo di prova collaudando i celebri Junkers Ju 87 e forni' ai nazionalisti la "Legione Condor" comprensiva di 120 carri leggeri Panzer I Ausf A e B e Kleiner Panzer Befehlwagen.

    L'Italia invece, partita per fare esperienza, fu quella che forni' numericamente il maggior aiuto a Francisco Franco Bahamonde. Oltre a circa 750 velivoli formo' il Corpo Truppe Volontarie (CTV) e provo' sul campo i suoi carri veloci.


    L'aiuto militare italiano alla Spagna nazionalista ebbe inizio con il decollo, il 30 luglio 1936, di dodici bombardieri S.81 diretti in Marocco, riverniciati in tutta fretta per ricoprire le insegne militari. Di questi, uno cadde in mare e due furono obbligati, per mancanza di carburante, a un atterraggio di fortuna nel Marocco francese, mentre gli altri nove riuscirono a raggiungere il Marocco spagnolo. Insieme ai 20 JU52 da trasporto forniti dalla Germania, gli aerei italiani e piccoli convogli navali consentirono a Franco di trasferire in Spagna durante il mese di agosto 9.000 uomini, 5 carri veloci, 40 mitragliatrici, batterie antiaeree, munizioni, bombe, carburante e lubrificante.

    Dall’arrivo del primo contingente di mezzi nell’agosto 1936, nel settembre, il generale Roatta acconsenti' a fornire ulteriori 10 carri veloci e 38 cannoni da 65mm. Nel mese di ottobre il volume degli aiuti militari aumento' arrivando persino ad equipaggiare e ad armare l'incrociatore spagnolo Canaris.

    I carri e i pezzi d'artiglieria spediti dall'Italia a fine settembre apparvero sul campo di battaglia il 21 ottobre 1936 per poi essere costantemente impegnati nelle settimane che seguirono sul fronte di Madrid. Qui gia' emerse, oltre il netto divario qualitativo e di potenza tra i mezzi blindati italiani e quelli di fabbricazione sovietica, l'uso operativo improprio frazionando i carri per usarli come supporto alla fanteria.

    Sino alla fine del conflitto furono circa 150 i carri veloci tipo CV33/35 impiegati in Spagna oltre a 8 autoblindo Lancia-Ansaldo 1ZM.

    Inizialmente i carri italiani furono dati direttamente alle truppe nazionaliste solamente in seguito furono concentrati in unità meccanizzate posto sotto il diretto controllo del CTV.

    I comandanti del CTV furono tre:

    Generale Mario Roatta - dal 1936 al 1937 (fu rimosso dopo la battaglia di Guadalajara)
    Battaglia di Malaga - (vittoria Nazionalista)
    Battaglia di Guadalajara - (vittoria Repubblicana)
    Generale Ettore Bastico - nel 1937
    Battaglia di Santader - (vittoria Nazionalista)
    Generale Mario Berti - dal 1937 fino alla fine della guerra
    Offensiva d'Aragona - (vittoria Nazionalista)

    A capo dei Reparti Speciali e dei Carristi vi fu il colonnello Valentino Babini comandante del 3° Reggimento Carri. Il 25 aprile del 1937 sostitui il colonnello Rivolta.

    I primi invii di carri formarono la Compagnia Carri "Navalcamero" successivamente divenne Battaglione Carri d’Assalto Oltre Mare Spagna, per poi diventare il Raggruppamento Reparti Specializzati (RRS), ed infine nel 1938 Raggruppamento Carri.

    Nel novembre furono inviati pure due sommergibili, nel tentativo di ridurre il flusso di forniture che, via mare, arrivavano dalla Unione Sovietica.
    Il 18 dicembre 1937 "per raddrizzare la spina dorsale delle formazioni nazionaliste spagnole" sbarco' a Cadice anche il primo contingente di 3.000 CC.NN. trasportato dal piroscafo "Lombardia"; un secondo contingente di 5.000 CC.NN: arrivo', sul "Sardegna", il 15 gennaio 1937. Furono formati due reggimenti della prima brigata legionaria. I battaglioni si chiamarono banderas mentre i reggimenti saranno gruppi di banderas; le uniformi erano di panno kaki e non quelle regolamentari grigio verde delle Forze Armate italiane e gli elmetti erano quelli della 1ª G.M.. In complesso, a fine gennaio, gli italiani costituivano una grande unità di circa diecimila uomini.

    Le forze italiane, esclusa l'azione dell'ottobre dell'anno precedende a Madrid, entrarono in azione per la prima volta a Malaga, sulla costa mediterranea, dove 4 gruppi di banderas (di cui 2 con compagnie carri L e 1 con un plotone), congiuntamente a forze nazionaliste l'8 febbraio 1937 occuparono la citta' costiera senza particolari difficolta. Immediatamente furono organizzate due colonne celeri e il 10 occuparono Nerja e Motril, una specie di blitzkrieg che fu giudicata un successo completo.

    A fine febbraio 1937 il CTV era organizzato da:

    • 1ª Divisione CC.NN. "Dio lo vuole"
    • 2ª Divisione CC.NN. "Fiamme nere"
    • 3ª Divisione CC.NN. "Penne Nere"
    • 4ª Divisione d'assalto "Littorio"
    • Raggruppamento autonomo "XXIII Marzo"
    • Brigata "Frecce Nere"
    • Brigata "Frecce Azzurre"

    Con questa formazione prese parte alla battaglia di Guadalajara. I 35.000 soldati italiani erano relativamente ben motorizzati, anche se la fanteria avanzava a piedi. Di questi reparti, due compagnie carri L erano assegnate alla 2ª Divisione "Fiamme Nere" e due alla 3ª Divisione "Penne Nene", con la compagnia di autoblindo e quella di motomitraglieri. Gli italiani dovevano formare il cuneo centrale dell'attacco a Guadalajara, fiancheggiati da forze spagnole su entrambi i lati.
    Di fronte agli italiani e agli spagnoli, nel settore di Guadalajara, c'erano i 10.000 uomini della 12ª divisione repubblicana, disposti su un unica linea di difesa, senza nessuna particolare opera difensiva a proteggerli. Durante i primi due giorni dell'offensiva, l'8 e il 9 marzo, gli italiani avanzarono senza interruzioni anche se non cosi' velocemente come previsto nei piani. le truppe di Franco a sud di Madrid non si mossero, nonostante le insistenti richieste italiane. Nel frattempo la Repubblica fece affluire nel settore le riserve, comprese unita' dell'11ª brigata internazionale. Il 12 l'avanzata delle truppe italiane fu fermata. per i giorni successivi i combattimenti tra il CTV e le truppe repubblicane si svolsero per la maggior parte in una zona boschiva abbastanza circosritta attorno alla citta' di Brihuega. Il morale delle camicie nere, la cui avanzata era arrivata a un punto morto, scese rapidamente, mentre altrettanto rapidamente sali' quello dei repubblicani. Il 12 i repubblicani iniziarono il contrattacco, obbligando Roatta a inviare al fronte le sue due divisioni di riserva. L'offensiva era fallita ma Roatta non volle ritirarsi su posizioni difensive. Il 14 si scateno' uno dei combattimenti più aspri e famosi della battaglia: quello del Palazzo Ibarra. Le CC.NN. resistettero eroicamente malgrado fossero investite anche da carri sovietici. La lotta disperata durò per due giorni e mezzo e costò alle CC.NN. molte perdite. Il 18 marzo i repubblicani sferrarono il loro contrattacco, con alla testa la brigata Garibaldi composta da italiani contrari al fascismo, appoggiatidai carri armati russi comandati dal generale Pavlov. I carri sovietici misero fuori causa da subito i leggeri blindati italiani. Le fanterie italiane si difesero finché poterono ma alla fine furono costrette a ripiegare anche se i repubblicani non recuperarono tutto il terreno perduto. Misurata in termini startegici e tattici, Guadalajara fu una vittoria che non fece ottenere terreno ai repubblicani ma una vittoria morale e psicologica.

    La battaglia di Guadalajara costituì un esempio di come non andavano impiegati i carri.
    La relazione del comandante dell’RRS, colonnello Carlo Rivolta, in proposito all’utilizzo dei carri durante la battaglia risulta chiarissimae afferma nella sua relazione redatta in data 31 marzo 1937 che:
    I nostri carri non sono da rottura; l’efficacia della loro azione dipende:
    -dalla velocità, dalla massa e dalla cooperazione intima con la fanteria di contro ne esaurisce, innanzitempo, autonomia, ed energia dei reparti
    - colonne corazzate indipendenti non potevano sopravvivere sul moderno campo di battaglia, le tecniche controcarro dominavano i corazzati, i carri e la fanteria a piedi
    operando insieme potevano battere le forze meccanizzate.

    La Blitzkrieg tedesca smenti' alcuni anni dopo questi giudizi ma sul momento i nostri generali non seppero guardare oltre.

    L'unica cosa che seppero fare dopo l’esperienza di Guadalajara, fu di riorganizzare il CTV e di addestrare meglio i carristi dell'RSS. Il generale Roatta fu sostituito dal generale Bastico, il colonnello Rivolta venne sostituito in comando dal Colonnello Babini il 25 aprile 1937: pagava anche lui, seppure ingiustamente, le conseguenze dello scacco di Guadalajara.

    Guadalajara segno' la fine del costante aumento dell'impegno italiano in Spagna e introdusse il periodo finale, quello piu' lungo, in cui Roma si trovo' obbligata a pagare il prezzo degli impegni presi.
    Bastico sciolse la 1ª e la 3ª divisione di CC.NN., utilizzandone gli elementi migliori per rinforzare la 2ª divisione "Fiamme Nere" e fece rimpatriare circa 3.700 uomini.
    Franco nel frattenpo sposto' i suoi obiettivi: non si trattava piu' di prendere Madrid ma di conquistare, invece, le regioni basche e Santander. Bastico caldeggiava la partecipazione delle nostre truppe all'offensiva contro Bilbao, ma non voleva essere costretto a un ruolo secondario. Franco, d'altra parte, non intendeva adoperare le unita' italiane dopo lo smacco subito a Guadalajara prima che queste avessero preso parte a qualche azione minore. A causa della posizione di stallo venutasi a creare tra i due alleati, il CTV fu tenuto in riserva durante l'intera offensiva contro Bilbao, anche se l'attacco dei nazionalisti fu appoggiato dall'aviazione italiana.

    Nell'offensiva vittoriosa contro Santander (14 agosto 1937) gli italiani svolsero un ruolo piu' importante, anche se non di primo piano.
    A Santander i carristi italiani rientrarono in azione inseriti nella divisione d'assalto Littorio come distaccamento celere su :

    - due Btg. Carri
    - un Btg. motomitraglieri
    - una Cp. autoblindo
    - Btg. fanteria meccanizzata



    Concluse le operazioni a Santander, il comando dell’RRS presentò una seconda relazione, in data 15 settembre 1937, con oggetto “Esperienze da Offensiva Santander”.
    In questa relazione vengono evidenziati i progressi degli equipaggi dovuti dall'intenso addestramento, l'inadeguatezza del CV33/35 come carro da rottura e viene sconsigliato l’impiego dei pezzi controcarro trainati dai carri auspicando la produzione invece di un carro-cannone o un autoblindo-cannone per l’appoggio dei carri d’assalto.
    Quello che secondo il comando dell’RRS continuava a mancare era la cooperazione tra fanteria e carri d’assalto.

    Nel settembre del 1937, unendo le due Brigate Frecce (Nere ed Azzurre) nacque la Divisione "Frecce". prese in consegna un settore del fronte Aragonese, a San Mateo de Gàllego.
    In questo periodo il CTV era composto dallle divisioni "Littorio" e dalla "Fiamme Nere XXIII Marzo" inoltre comprendeva di un raggruppamento carristi. In questo periodo il generale Berti sostitui' Bastico

    Il 1° ottobre del 1938 il generale Franco decreto' il congedamento dei Legionari con più di 18 mesi di servizio in terra di Spagna cosi' il 15 ottobre 10.000 italiani partirono da Cadice per l'Italia. Il ritiro delle truppe forse contribui' a rendere il CTV un'unita' militarmente piu' efficiente cosi' organizzate:

  • 4ª Divisione d'assalto "Littorio"
  • Divisione "Frecce Nere" (divisione in quanto vennero inserite reclute spagnole)
  • Divisione "Frecce Azzurre"
  • Divisione "Frecce Verdi"
  • Raggruppamento Artiglieria
  • Raggruppamento Genio
  • Raggruppamento carristi con al comando il colonnello Babini cosi' composto:

    - una compagnia comando, comprendente un plotone di carri veloci lanciafiamme;
    - un reggimento carri d’assalto, su tre battaglioni (compreso un Raggruppamento spagnolo) di due compagnie ciascuno ognuno armato con 52 L3;
    - un battaglione motorizzato su una compagnia bersaglieri, una di mitraglieri motociclisti e una di autoblindo
    - un battaglione di Arditi rinforzato da una compagnia di bersaglieri mitraglieri ;
    - un gruppo misto comprendente una batteria autotrasportata di cannoni da 5mm, una di cannoni anticarro da 37mm, una batteria mista (47e 45mm) e una compagnia di contraerei
    - un raggruppamento di genieri
    Per un certo periodo al posto del battaglione Arditi ci fu' un battaglione Fucilieri su una compagnia di bersaglieri motomitraglieri e una compagnia carri T-26 di preda bellica.

    Il CTV cosi' riorganizzato svolse un ruolo significativo nell'offensiva di Catalogna della fine 1938 inizio 1939. la caduta della Catalogna segno' la fine di un'effettiva resistenza repubblicana. Quasi 10.000 tra ufficiali e soldati italiani furono mandati in Spagna tra il gennaio e il marzo 1939, ma per l'occupazione di Madrid, il 28 marzo, e per la fine della guerra, il 1° aprile, la maggior parte di essi non entrarono mai in azione.

    Il bilancio dell'intervento militare italiano nella guerra civile spagnola si riassume in queste cifre. Tra il luglio 1936 e l'aprile 1939 l'Italia invio' in Spagna 1.800 cannoni, 3.400 mitragliatrici, 157 carri veloci, 6.800 mezzi motorizzati di diverso tipo, 7 milioni e 700.000 proiettili di artiglieria e 320 milioni di pallottole per fucili e mitragliatrici. L'Italia consegno' a Franco anche 213 bombardieri, 414 caccia e un certo numero di ricognitori. Il costo del materiale bellico fornito dal ministero della guerra ammonto' a 4 miliardi e 200 milioni di lire del tempo, senza contare l'aviazione militare che spese un altro miliardo e 800 milioni. Il tributo italiano piu' alto lo pagarono gli oltre 3.300 caduti e gli 11.000 feriti.