ZimmeritpediA
Centro Documentazione Modellistica
Articoli - Mimetiche - Simbologie |
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II
GUERRA
MONDIALE
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GUERRE
MODERNE
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Simbologia di vittoria
Per dimostrare la bravura gli equipaggi dei carri o i serventi dell' artiglieria applicavano diversi simboli a pennello.
Sui carri era la canna lo spazio ornamentale, infatti dipingevano su di essa delle striscie larghe c.a 1cm per ogni mezzo abbattuto. I colori delle strisce erano il bianco sul grigio, rosso nero o bianco sul desert brown o yellow.
Pur non essendo uno schema ufficiale l'Alto Comando chiudeva di buon grado un occhio.
In campo modellistico sono riprodotti sotto forma di decals, una ditta produttrice e' la Archer
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Zimmerit e Piastre distanziali
Nel 1941 sul fronte orientale i tedeschi dovettero subire molte perdite a causa delle mine magnetiche a carica cava, queste venivano posizionate principalmente sulle fiancate o nella parte posteriore del carro, provocando nello scoppio una voragine nella corazza.
Gli ingegneri tedeschi fecero degli studi su come rendere inoffensive queste armi, arrivando alla conclusione che usando una pasta antimagnetica applicata sulle corazze dei carri queste non potevano essere attaccate.
Questa pasta, chiamata zimmerit, era simile al cemento e veniva applicata sui corazzati tramite rastrelli dandogli così un aspetto ruvido.
Fu introdotto come detto nel Luglio del ’43, quano si accorsero che non era efficace cessarono di applicarla, questo avvenne dal 9 Settembre del ’44.
Ogni industria applicava lo zimmerit con attrezzi e tecniche diverse, questo spiega la moltitudine di schemi documentati.
I quadrati erano di circa 5 cm
Lo zimmerit non era applicato su parti di motore esterne, lampade, attrezzi, cingoli e parti simili. Raramente fu dato sui veicoli.
Tipi di patterns e mezzi usati
In campo modellistico tale pasta puo' essere riprodotta con vari materiali.
I piu' usati sono lo stucco Milliput, l'incisione della plastica con il pirografo e ultimamente anche l'uso di cere odontoiatre.
In commercio ci sono varie case che lo riproducono: in resina le piu' famose sono la Atak e la Cavalier, mentre in ottone lo fabbrica la Eduard e la LionRoar.
Sull'applicazione dei set in resina si puo' consultare questa guida in lingua inglese mentre se ci si vuole cimentare con lo stucco in proprio non lasciatevi sfuggire la nostra guida |
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Winterketten ed Ostketten
Le condizioni climatiche e della rete stradale sul fronte orientale rappresentarono per l’ intera durata dell' Operazione Barbarossa (inizio Giugno 1941) un serio ostacolo per la mobilità delle formazioni corazzate della Wehrmacht, così come delle colonne logistiche. Più della neve era il fango, presente durante la cosiddetta “Rasputiza”, letteralmente “la stagione del fango”, che si manifestava con le piogge autunnali di ottobre e poi con il disgelo, a partire ad aprile-maggio, a rendere quasi impossibili i movimenti dei veicoli in vaste aree del territorio russo ed ucraino. Tuttavia anche la neve si dimostrava un problema per la mobilità dei panzer, come i modelli III e IV, dotati di cingoli relativamente stretti (anche se progressivamente allargati nel corso della produzione bellica, passando dagli originari 360/380 mm del 1938 ai 440 del 1943-45). Per converso i veicoli corazzati sovietici, sia della famiglia del T34 che i carri pesanti KV, erano dotati di cingoli molto larghi (550 mm per il T34 modello 1940/41), conferendo loro una maggiore manovrabilità e mobilità sul terreno fangoso od innevato. La maggiore larghezza dei cingoli, infatti, riduceva la pressione specifica sul terreno. Il ricorso a cingoli larghi venne adottato sia per i Panther che per i Tigre. Per i carri medio leggeri, invece, vennero sviluppati degli specifici “cingoli stagionali” (o di teatro).
La prima soluzione venne rappresentata dai cosiddetti “Winterketten” o “Cingoli Invernali”, adottati per i veicoli corazzati della panzerwaffe a partire dall’ autunno del 1942. Si trattava di normali cingoli per Panzer III/IV dotati di estensioni o palette laterali, portando la larghezza complessiva del cingolo a 560 mm. Una soluzione simile venne adottata dal US.Army per i propri carri medi con l’ adozione dei “duckbills”, delle estensioni a paletta collegate ai connettori del cingolo.
I winterketten vennero utilizzati anche sui veicoli derivati dai Panzer III/IV, come i cannoni d’ assalto Stug III e SiG 33 o i cannoni semoventi “Hummel”. Il loro impiego risultò sostanzialmente limitato al fronte orientale, dato che le unità trasferite su altri fronti erano tenute a lasciare tali dotazioni in carico ai servizi logistici dello Ost Heer. La seconda soluzione venne rappresentata dagli “Ostketten”, i “cingoli per l’ Est”, introdotti presso le unità della panzerwaffe a partire dalla primavera del 1944 e applicati ad una vasta gamma di veicoli corazzati, dai cannoni d’ assalto Stug ai panzer III (le versioni comando, utilizzate sino al 1945) e IV, agli Hummel e, sembrerebbe, ai cacciacarri derivati dal panzer IV, come gli Jagdpanzer IV, sebbene in merito non esistano conferme fotografiche. Gli ostketten cingoli dedicati, somiglianti a quelli utilizzati dai Panther, larghi 568 mm. Sebbene pensati specificatamente per fronteggiare la “rasputiza” la loro adozione sui Bergepanzer III, la versione recupero ottenuta convertendo gli scafi degli ormai obsoleti Panzer III o sulla sottoversione da officina campale (particolarmente rara), per aumentare la capacità di trazione del veicolo, ne consentì la diffusione anche su altri teatri. In genere i Bergepanzer III, circa 150 esemplari convertiti dal marzo al dicembre del 1944, erano assegnati alle brigate di cannoni di ssalto Stug o cacciacarri, come veicoli da recupero. |
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