Elmetto da carrista del Gruppo Corazzato "Leonessa" (collezione Alberto Attolini)

Scudetto da braccio in stoffa per ufficiali della Legione Autonoma Mobile "Muti" di Milano
(collezione Paolo Crippa)



LEGIONE AUTONOMA MOBILE "ETTORE MUTI"

UNIFORME

L'uniforme tipica della Legione era rappresentata sul celebre manifesto di Coscia per l'arruolamento nella Muti.

Essa era composta da giubba da paracadutista e pantaloni alla sciatora grigioverdi (in poche fotografie si vedono militi che portavano anche pantaloni corti sotto il ginocchio con i calzettoni grigioverdi), camicia o maglione a collo alto neri. Sopra la giubba veniva portato un cinturone in cuoio marrone, con una fibbia dorata.

Potevano essere indossati indumenti protettivi, quali giubbe a vento grigioverdi, del tipo utilizzato anche dai Bersaglieri, cappotti in panno grigioverde e giubbotti in cuoio marrone dagli ufficiali.

In estate l'uniforme non variava, se non per il fatto che non era indossata la giubba; si notano però dei legionari con una giubba sahariana cachi.

Gli sciatori avevano in dotazione, oltre al normale abbigliamento, una tuta mimetica bianca composta da pantaloni lunghi e giubba mimetica tedesca reversibile (bianca da un lato, grigio topo dall'altro).

I carristi portavano sia l'uniforme propria della Legione, sia la tuta turchina ed il giubbotto di pelle nera dei carristi.

COPRICAPI

Il copricapo d'ordinanza era il basco grigioverde, per tutti gli appartenenti alla Legione. In rari casi si vedono militi con il berretto a busta grigioverde, ma si tratta di eccezioni.

Oltre al berretto, era prescritto l'uso dell'elmetto M33 grigioverde, privo di qualunque fregio.

I carristi avevano, presumibilmente, il casco in cuoio nero.

DISTINTIVI

Le mostrine del reparto erano nere pentagonali, caricate da un fascetto rosso sulla parte superiore (simile a quello usato dalle Brigate Nere) e da un teschietto con le tibie incrociate nella parte inferiore.

Sulla manica sinistra della giubba, del cappotto o del giubbotto di pelle, veniva cucito uno scudetto con il simbolo della Legione. Lo scudetto era in metallo verniciato in azzurro per la truppa ed in panno azzurro o blu con ricami in canutiglia dorata per gli ufficiali. Spesso era cucito sopra il taschino sinistro della giubba. Su di esso vi era lo stemma della Legione, costituito da un fascio repubblicano con due pugnali incrociati; nella parte inferiore vi era la dicitura: "LEGIONE AUTONOMA MOBILE – E. MUTI – MILANO".

Spesso sopra la tasca sinistra della giubba venivano portati distintivi di varia foggia, soprattutto teschi con le tibie incrociate, o i distintivi di grado (quelli dell'Esercito), che dovevano invece essere portati sulla manica sinistra dai graduati. Sulla manica sinistra o sopra la tasca sinistra della giubba molti militi avevano il distintivo da Ardito.

Sopra il taschino sinistro della camicia nera era ricamato in rosso il nome della Legione, all'interno di un riquadro, sempre rosso.

Un discorso a parte merita la giubba a vento. Su di essa lo scudetto era applicato sulla parte anteriore, sopra la tasca sinistra; nello stesso posto venivano cuciti i distintivi di grado, sia da parte degli ufficiali che dei graduati, o il distintivo degli Arditi.

Il fregio del copricapo era costituito da un grosso teschio con le tibie incrociate metallico; gli ufficiali portavano invece un fregio in filo di canutiglia composto da rami di quercia ed alloro dorati, con un tondino nero, al centro del quale si trovava il solito teschietto. Sul lato sinistro del basco era uso avere i distintivi di grado.

I legionari impegnati in funzioni di ordine pubblico portavano un bracciale in stoffa bianco con bordi neri e con la scritta, sempre in nero, "LEGIONE AUTONOMA MUTI - POLIZEI". A tutti i legionari era stato distribuito un braccialetto in metallo di guerra con una placchetta, su cui era rappresentato

Per finire, è da ricorda l'uso (limitato) della placca dorata per il cinturone, rappresentante lo stemma del reparto (Fascio littorio con pugnali incrociati ed il motto, in corsivo, "Siam fatti così".