Articoli Tecnici
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Riproduzione delle linee di saldatura
di Giampiero Bianchi
Un elemento che contribuisce in maniera determinante al realismo del vostro carro è senza dubbio la riproduzione delle linee di saldatura delle piastre corazzate. Queste infatti ci permettono di caratterizzare fortemente il nostro modello, insieme ad una corretta texture delle lamiere ed alla riproduzione dei danni da combattimento ed usura.
Esistono vari metodi e pensieri riguardanti la procedura per la realizzazione delle saldature: quelli descritti di seguito sono solo alcuni dei tanti e non dico che siano i migliori od i più semplici: sono solo quelli da me sperimentati con i migliori risultati al contrario di altri, che indicherò più avanti, che invece non hanno prodotto gli stessi esiti.
Il primo ed importante passaggio per ottenere un buon risultato è la pianificazione del lavoro. Basandoci sulla documentazione in nostro possesso inizieremo ad individuare i punti dove andremo a riprodurre le saldature ed in base alla zona sceglieremo il metodo più opportuno: sì, perché i vari metodi, come vedremo, si prestano ad integrarsi tra di loro e non ne useremo probabilmente mai solo uno per ogni modello.
1° METODO: LO SPRUE STIRATO
Il metodo dello sprue stirato si presta molto bene per la riproduzione di saldature sottili, specialmente negli angoli formati dalle piastre corazzate. Si procede fissando con colla liquida od acetone un filo di sprue nel punto desiderato; successivamente lo si ammorbidisce sempre utilizzando la colla o l’acetone e lo si testurizza con una punta od una lama affilata, realizzando tante incisioni parallele e cercando di “schiacciare” la nostra saldatura soprattutto ai bordi.
Il procedimento termina con una successiva passata di stucco diluito in acetone o di un prodotto già pronto, tipo l’ottimo Mr. Surfacer 1000 della Gunze Sangyo.
Nelle fotografie seguenti possiamo vedere il risultato di questa tecnica eseguita su un paio di mezzi corazzati: nelle foto 2 e 3 le frecce indicano le saldature realizzate sugli spigoli delle corazze anteriori di uno Jagdtiger (si nota anche la saldatura attorno alla postazione sferica della mitragliatrice di scafo.
Nelle foto 4 e 5 lo stesso mezzo, ma visto posteriormente. E nella foto 6 la stessa tecnica utilizzata sullo spigolo superiore della casamatta di un cannone d’assalto sovietico ISU 152.
2° METODO: IL PLASTICARD
Questo metodo è una variante di quello già descritto; infatti il procedimento è lo stesso e cambia solo il materiale utilizzato. Al posto dello sprue stirato si utilizzano strisce di plasticard di 0,25 mm. di spessore, incollate sul modello con la solita colla liquida. Io consiglio di attendere l’asciugatura della colla prima di procedere al successivo ammorbidimento e testurizzazione: questo perché le striscioline di plasticare potrebbero muoversi sotto la pressione della lama, pregiudicando la correttezza del lavoro. E’ importante eseguire prima una serie di incisioni parallele sul plasticare e quindi ripassare i bordi, schiacciando anche qui verso il basso per eliminare l’effetto “gradino” dovuto allo spessore del plasticard: la solita mano di stucco diluito termina il procedimento. Questo metodo ci consente di ottenere saldature molto evidenti e regolari, anche con forme abbastanza complesse.
Nelle foto successive 7 e 8 si può vedere il risultato di questa tecnica sugli spigoli anteriori della casamatta dello Jagdtiger. Mentre di seguito (foto 9 e 10) la tecnica è applicata alle corazze frontali dello stesso carro.
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Poiché otteniamo cordoni di saldatura molto regolari questa tecnica è consigliata su carri tedeschi ed americani, che si sa possedevano una tecnologia certamente superiore a quella dei sovietici: questi ultimi prediligevano la quantità dei manufatti e non la qualità degli stessi (filosofia che del resto hanno proseguito anche durante la guerra fredda, dove non hanno mai raggiunto tecnologicamente nel campo degli armamenti i loro diretti antagonisti americani). Per questo motivo per riprodurre sui carri sovietici le grosse saldature che li caratterizzavano useremo il procedimento seguente.
3° METODO: IL MILLIPUT
Il versatile stucco bicomponente Milliput è di grande aiuto nella realizzazione delle saldature: plasmabilissimo e con tempi di indurimento abbastanza lunghi ci permette di lavorare con calma e precisione per realizzare saldature intorno a piccoli particolari o i grossi cordoni tipici dei carri sovietici. Dopo aver ben amalgamato i due componenti in piccole quantità lo facciamo rotolare con le dita su una superficie ben piana, fino ad ottenere un filo che sarà più o meno sottile in base alla grandezza della saldatura che andremo a realizzare. Di seguito posizioniamo il nostro “cordone” nel punto voluto e con una punta lo schiacciamo per farlo aderire alla plastica del modello, approfittando anche per dargli l’opportuna texture della saldatura: il gioco è fatto. Con qualche prova si riusciranno ad ottenere facilmente ottimi risultati.
Negli esempi seguenti si vede il risultato di questa tecnica: qui sotto le saldature sono riprodotte attorno a piccoli particolari del modello, quali ganci di traino, supporti per maglie di cingolo ecc.
Qui sotto invece sono state rifatte le grosse saldature di unione delle piastre corazzate formanti la casamatta del semovente:procedimento seguente.
In particolare è interessante notare nella foto 18 la differenza tra le saldature originali del kit e quelle rifatte in Milliput.
Ricordo che i semplici “attrezzi del mestiere” necessari per realizzare questa tecnica sono lo stucco Milliput Standard (ma va benissimo anche il Superfine) ed un semplice “testurizzatore” ottenuto con un ago curvato (per raggiungere meglio tutti gli angoli) fissato al manico di un taglierino.
Negli esempi seguenti è evidente l’effetto di realismo ottenibile mediante la combinazione delle tre tecniche:
1 - sprue stirato
2 - strisce di plasticard
3 - stucco Milliput
Vorrei accennare anche ad altri due metodi utilizzati da qualche modellista, ovvero la riproduzione delle saldature utilizzando un pirografo (in sostanza una variante del procedimento ben conosciuto per la riproduzione dello zimmerit) ed il metodo dell’incisione diretta delle saldature mediante un semplice bulino.
Personalmente non utilizzo i due metodi, perché dopo averli testati trovo che il livello di realismo non raggiunga i risultati dei metodi sopra: forse perché manca l’elemento fondamentale che è come nella realtà un certo apporto di materiale che caratterizza le linee di fusione. Inoltre utilizzando il pirografo direttamente sulla plastica del modello eventuali errori od imperfezioni sono difficilmente correggibili.
In conclusione vorrei precisare che questo articolo non vuole rappresentare la “formula magica” e che non vi trasformerà dall’oggi al domani in esperti esecutori di linee di saldatura: vuol solo essere una descrizione quanto più chiara dei vari metodi da me utilizzati con buoni risultati e senza avere l’ansia che può attanagliare qualcuno per il timore di rovinare completamente un lavoro. Poi sarà compito di ogni modellista sperimentare e provare altre strade, nel continuo cammino di perfezionamento delle proprie tecniche che è in fondo l’essenza stessa del nostro magnifico hobby.
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