Tronchi tozzi e contorti, rami attorcigliati ed a volte mozzati, conseguenza delle innumerevoli potature, corteccia rugosa, crepata, non di rado spaccata proprio, specialmente negli esemplari centenari; sto’ parlando dell’ ulivo, albero che sembra essere l’ esempio personificato della sofferenza…presente in tutto il sud ed anche in molte zone del nord Italia e, per questo adatto a quasi tutti i diorami di “collocazione nazionale”. In conseguenza al suo aspetto non e’ una pianta facile da fare, ma neanche impossibile!
Qui’ di seguito vi spiego ed illustro come la faccio io.
La partenza e’ sempre il cavo elettrico lavorato (attorcigliato) e poi stagnato.
Preferisco questo metodo in quanto lo “scheletro” che ne ricavo risulta essere solido a sufficienza, senza perdere in duttilita’, cosa che mi permette di variare le posizioni sia del tronco che dei rami prima di passare a rivestire il tutto con Das o materiali similari. Posizionato nel modo scelto, inizio con il rivestire lo scheletro, l’ operazione richiede pazienza in 1/72 perche’ la distanza tra un ramo e l’ altro e’ a volte di pochi millimetri, ma ci si riesce, mi aiuto in cio’ con un piccolo attrezzo di plastica. Una volta asciugato il materiale, con un punteruolo incido fin dove e’ possibile per ricreare la rugosita’ della corteccia, fatto anche questo, inizio con l’ incollare i ramettini di quella stupenda piantina secca che vedete dalle foto, ma della quale ne io ne’ le altre persone interpellate si ricordano il nome esatto.
La fase successiva prevede una bella spruzzata di marrone molto scuro al quale seguira’ un dry-brush di grigio medio. Ultima cosa da fare e’ quella di dare una spruzzatina di collante spry e, di far cadere a pioggia delle foglioline d’ origano triturate: a questo punto il nostro ulivo e’ pronto per essere piazzato in qualche diorama.
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