Il Modello

Come tanti modellisti che hanno dedicato i migliori anni della propria vita al modellismo, anche io in questi ultimi quattro anni, sonno affondato in quel che io chiamo “il vizio del secolo”.
Tanti modelli sono passate sotto la mie mani, e molti sono stati realizzati da scatola, ma questa volta stufo della semplicità che può avere un kit durante il montaggio, mi sono voluto complicare la vita con l’autocostruzione degli interni del mio modello…
Il mezzo in questione è un Panzer IV J della Tamiya. Semplice e preciso nel montaggio, da scatola è un modello perfetto per chi non vuole complicarsi la vita….
Come dalle foto che ho fatto durante il montaggio, sono partito dalla fusoliera inferiore.
Ho rivestito le paratie e la pavimentazione con fogli di plasticard tagliati in sezione.
Seguendo la mia documentazione, disegni in scala, ho costruito le sedi per a trasmissione e per gli ingranaggi di distribuzione.
Nel tempo avevo acquistato un set di dettaglio della Tank Work Shop, ma le misure del kit non tornano e quindi gran parte del lavoro me l’ho dovuto auto-costruire di sana pianta.
Il lavoro non è stato semplice soprattutto far combaciare la paratia inferiore con quella superiore.
Plasticare, resina e rame sono i materiali che ho utilizzato per il mio lavoro.
La lista delle parti:

1- I rocchettoni per la distribuzione- plasticard

Con l’ausilio di un compasso a doppia punta, ho ritagliato una serie di cerchi di 2.4 cm ed un’altra serie di  2.2 cm.
Le due serie di cerchi sono state incollati tra di loro cercando di ricreare una scaletta:

2- La base antiscivolo del cesto della camera di combattimento. Ad un rettangolo di plasticard è stato forato e ricoperto con una trama antiscivolo, ripresa da un pacchetto di sigarette:

3- La radio, è stata costruita come un semplice parallelepipedo ancorata alla trasmissione.

4- Le leve di comando costruiti i strip, il posto di guida in plasticare e rame.

5- L’intero lavoro è stato ulteriormente dettagliato con cavi di rame per simulare la civetteria elettrica ed idraulica.




Lo scafo superiore
Lo scafo superiore ha subito poche modifiche sostanziali, ma è stato dettagliato con foto-incisioni e plasticard.
La sola auto-costruzione è l’alloggio per i due rulli di ricambio del treno di rotolamento.

La torretta

Per l’interno della torretta ho utilizzato il kit della Tank Work Shop, cavo di rame e la canna Jordi Rubio.
Le parti salienti del montaggio del modello sono state susseguite da un massiccio dettaglio di foto-incisioni.

La colorazione interni

Non esistono regole particolari nella colorazione, anzi ogni modellista deve cercare di trovare un suo stile proprio durante queste fasi…
Vi è mai capitato di riconoscere la tecnica pittorica di un modellista un modello in concorso?
A me succede spesso, e molte volte mi sono trovato a discutere con amici che imitano le tecniche altrui…A me questo non va.
Penso al modellismo come uno sfogo artistico di noi che lo pratichiamo. E’ bene che ognuno di noi abbia un proprio stile e mettere una specie di firma pittorica nei propri modelli..
Ecco, io da tempo sono ala ricerca di questo stile, ma assicuro che non è facile, ma parlo personalmente, evito di imitare le miriadi di tecniche esistenti nel panorama modellistico…
Dopo questa piccola ma significante polemica, passo a descrivere il mio lavoro…
Premetto che il modello non è stato incollato in tutte le sue parti per agevolare la colorazione
Allora, dopo aver completato il montaggio di ogni singolo pezzo, ho dato una leggera mano di primer Tamiya.
Ad essiccazione completata, utilizzando la gamma Vallejo Air aggiungendo il cinquanta percento di vernice satinata della stessa serie, ho dato la prime velate di colore bianco standard in tutte le parti escludendo la trasmissione ed i rocchetti di distribuzione i quali vedremo più tardi….
Il bianco pur essendo un colore difficile da stendere e poco coprente, ha solo richiesto tre passaggi ad aerografo…
La fase successiva, è stata nell’utilizzare filtri ed invecchiamento ad olio per rendere tutta la zona di pilotaggio e zona malcomista più vissuta ed invecchiata.

Colorazio ne dello scafo

Una volta che gli interni sono stati completati ed accuratamente invecchiati, i due scafi sono stati incollati ed stuccati.
L’effetto fango,realizzato con il putty ed colla liquida, è stato applicato prima di pitturare il modello.
Il primer dato in quantità “setosa”, aiuta il colore acrilico ad aggrapparsi senza ricreare spiacevoli incidenti nelle successive fasi dell’invecchiamento.
Ma a questo pensiamo dopo…
L’intero scafo e relativa torretta, hanno ricevuto una mano di base sabbia realizzato con l’ocra (33) ,bianco(001) e neutro satinato(060) sempre Vallejo Air.
Il colore sabbia non è molto coprente, soprattutto se il primer iniziale è di color grigio, perciò, per avere una prima fase di colorazione netta e pulita, ci sono volute più di cinque mani di colore molto diluito.
La mimetica che ho scelto è a striature molto leggere di verde e marrone. Le miscele non ricordo ma questa volta ho utilizzato gli inchiostri della Maimeri.
Voglio ricordare ed non insegnare che per la realizzazione della mimetica, il colore deve essere molto diluito e la pressione del nostro compressore molto bassa…questi consigli mi sono stati dati da amici che con l’andare del tempo sicuramente avrete già conosciuto. Quindi sena fare nomi li ringrazio perché solo grazie a loro sono riuscito ad evolvere la mia tecnica.
Ma torniamo a noi…

L’invecchiamento.

Dopo tante critiche sull’invecchiamento dei miei modelli precedenti, tipo graffi fuori scala, lumeggiature troppo accentuate ecc….., questa volta ho utilizzato la stessa pesantezza di usura ma facendo capo ad una tecnica sperimentale…….(presuntuoso vero?)
Mi spiego…..
A pittura completata, mimetica compresa, con l’ausilio di uno ago, in un porta mine, intinto nel colore diluito ho ricreato scrostature ed graffi sull’intero carro. Un ago, con la funzione di pennello. Questo per evitare graffi e abrasioni fuori scala.
Devo essere sincero, tale lavoro, ha richiesto tempo e notti insonnie…. Ma è stato esaltante, a mio avviso, non utilizzare un comune pennello per tale impresa..
Dopo una settimana allucinante di lavoro, sono passato ai filtri con oli ed polveri.
Anche questa fase, non è facile, ma ognuno di noi riesce ad improvvisare e ricreare a proprio istinto colature di ruggine, ammassi di sporcizia sullo scafo, rendere il mezzo più o meno polveroso. Io realizzo i miei mezzi cercando di arrivare ad un risultato ottimale per i miei occhi.
Non esiste  regola, c’è solo buon senso della storicità ed enorme osservanza alla cromatura artistica.
Il treno di rotolamento ed i cingoli, tra cui uno di questi danneggiato, sono stati invecchiati con i filtri e sporcati con polveri Mig e trasparente opaco per diluirli e fissarli al modello.
Il tutto a reso al modello un aspetto vissuto e lascia intendere un utilizzo in zone fangose e piovose prima di essere abbandonato dal proprio equipaggio in una zona cittadina per la rottura di un cingolo durante l’arrivo dei nemici. Almeno questo è quello che io vedo e che spero di far vedere…..a voi un giudizio.

Il figurino.

La Corpus, chiusa per cause ancora da me non chiare, ha realizzato una serie di figurini molto belli.Tra questi un meccanico americano.
Scelto per arricchire il modello semplice e ben scolpito, ho voluto solo cambiare la testa con una Hornet.
Con la postura, quasi stesse studiando il mezzo nemico, ho aggiunto una macchina fotografica per rendere ancor di più l’idea dell’intento dell’americano.
Dipinto con colori Vallejo standard e lumeggiato ad olio.

Conclusioni e ringraziamenti.

Montare un modello è bello, ma realizzarlo con il cuore è a dir poco strabiliante.
Una passione che si evolve nel tempo e si solidifica giorno dopo giorno.
Il mio consiglio è….
Partecipate ad i concorsi e fatevi consigliare da i vostri amici modellisti.
Per l’occasione devo ringraziare tante persone, ma in particolare il mio club e la mia famiglia, testimoni
oculari della mia evoluzione modellistica e sostenitori dei miei sforzi.

Grazie a tutti.