Primavera del 1941. Le truppe dell’ASSE, comandate da Rommel la “volpe del deserto”, passano decisamente all’offensiva in Africa del nord, a dispetto di un’inferiorità numerica nei confronti degli inglesi. All’ epoca L’Afrika Korps, disponeva di pochi carri Panzer III e IV, quindi non restava che affidarsi ai Panzer I e II questi erano armati solamente con delle mitragliatrici leggere, efficaci soltanto contro la fanteria e i mezzi non protetti. In questa scenetta ho voluto rappresentare uno di questi Panzer, in sosta su una pista desertica in prossimità di un’ incrocio stradale. Il Panzer I Ausf A era un piccolo carro, armato con due MG 34, aveva corazzatura molto leggera (da 6 a 13 mm ) ed un equipaggio composto da due uomini, pilota e capo-carro mitragliere, motore di quattro cilindri raffreddato ad aria, radio FuG 2 .L’Ausf A fu prodotto fino al 1936 in circa 800 esemplari.Fu utilizzato in massa nelle campagne di Polonia, Norvegia, Danimarca e Francia. Superato fin dall’inizio della guerra, fu relegato via via a compiti sempre più secondari, anche se era presente in Africa e in piccolo numero in Russia. Il Panzer I Ausf A Late Sd.kfz.101, raffigurato, è prodotto dall’orientale TRISTAR. Pur essendo tra i primi articoli prodotti, è ben evidente la sua elevata qualità. Le stampate in plastica del mezzo, si presentano in plastica grigia, sono ben riprodotte sia negli spessori che nei particolari più minuti, quali: i bulloni, le saldature e gli accessori in generale. La TRISTAR aggiunge anche, per aumentare la fedeltà della riproduzione, cingoli a maglia singola della MODEL KASTEN e una piccola lastra foto incisa della ABER, per la griglia degli scarichi. Il montaggio porta via una quantità di tempo accettabile; le uniche parti da stuccare sono quelle relative allo scafo superiore. Terminato il montaggio sono passato alla parte più divertente: la pittura. Non ho utilizzato un vero primer per non andare a coprire i piccolissimi particolari delle stampate; in sostituzione ho utilizzato un grigio scuro della VALLEJO, della serie MODEL AIR. Una volta asciugata la base, sempre con i VALLEJO MODEL AIR, ho preparato un giallo che a parer mio, sia avvicina molto al giallo utilizzato nella realtà. Il suddetto colore è stato realizzato miscelando un dark yellow con un ocra, schiarito poi con del bianco ed alcune gocce di trasparente lucido. Il trasparente è stato usato unicamente, per cercare di dare l’effetto satinato delle vernici soggette all’effetto del vento e della sabbia, nel deserto. Sulle parti centrali dei pannelli, ho utilizzato la stessa miscela, leggermente più chiara. Ho poi lasciato asciugare la vernice per alcuni giorni, dopo di che, ho effettuato un lavaggio ad olio, molto diluito, con del bruno VANDICK, insistendo sulle scanalature; questo per dare profondità alla pittura. Di seguito, ho steso dei filtri, sempre con colori ad olio, utilizzando vari colori: marrone, ocra, bianco, terra di siena. Le scanalature sono state ulteriormente evidenziate, servendomi di un marrone molto scuro. Intorno ai bulloni e alle parti più soggette a ruggine, ho applicato il pigmento light rust della MIG. A questo punto, sempre ad aerografo, ho spruzzato, in particolar modo sulle superfici piatte, lo stesso grigio utilizzato per la base, questo per simulare il riaffiorare del grigio scuro, con cui i mezzi venivano inizialmente prodotti. Infatti, i mezzi in questione, arrivavano al fronte verniciati di grigio e solo in un secondo tempo, le officine da campo, provvedevano a riverniciare i mezzi in giallo sabbia, a volte utilizzando colori di fortuna o addirittura sabbia miscelata con nafta, al fine di realizzare una mimetizzazione più idonea al terreno. Solo più tardi, arrivarono del colore mimetico necessario, direttamente dalle fabbriche. A pennello, sono andato a realizzare le vere e proprie scrostature con un german grey della VALLEJO, serie MODEL COLOR. Ho quindi applicato le decal, avendo cura, una volta asciugate di opacizzarle, con un trasparente opaco. Di seguito, ho poi provveduto a colorare a pennello, alcuni particolari quali: gli scarichi, le mitragliatrici e accessori vari. Sulle superfici più esposte del carro, ho poi steso, servendomi di un vecchio pennello, polveri miste di MIG per realizzare l’effetto polvere. In ultimo ho fissato i cingoli, già montati e verniciati di un colore grigio metallo scuro, da me realizzato. Anche questi sono stati impolverati, servendomi degli stessi pigmenti MIG. Il carrista, che scende dalla torretta, è un soggetto della VERLINDEN ed è stato realizzato utilizzando acrilici VALLEJO e LIFE COLOR. Gli incarnati sono stati colorati con un misto di acrilici e colori ad olio. Ho verniciato di azzurro i calzini decisamente fuori ordinanza, per dare un tocco di colore alla scenetta. Anche se il carrista scende dal carro, ho preferito lasciare il portello superiore chiuso, in gli interni non sono stati realizzati , e quindi sarebbe stato poco realistico. In questi casi è meglio scegliere il male minore. Per la realizzazione della base, ho utilizzato una base in legno del diametro di circa 20 cm. Ho poi applicato su di essa, un disco di uguale diametro di polistirolo, di spessore pari ad un centimetro. Il polistirolo è stato poi ricoperto con dell’HYDROZELL, una polvere che miscelata con acqua, diventa un composto facile da modellare e spalmare. Nel lungo tempo di attesa per l’asciugatura, ho preparato i cartelli stradali, in lingua tedesca e italiana, realizzati dalla MODEL VICTORIA, per scenette e diorami ambientati in nord Africa. Questi, sono già pronti e ben realizzati, basta solo dipingere il bidone in resina, utilizzato per il sostegno in uno dei cartelli, scurire il legno dei paletti con dei colori ad olio ed impolverarli. Una volta asciugato, l’HYDROZELL è stato colorato con un color terra chiaro. Ho poi preparato un composto con terra da bonsai ridotta in polvere, servendomi di un piccolo mortaio, acqua e colla vinilica. Il composto è stato steso a spatola. Sul composto ancora fresco, ho applicato i cartelli stradali, i paletti per il filo spinato, sassi e ciuffetti d’erba sintetica. Una parte del composto è stata ben lisciata e asciugata rapidamente, servendomi di un phon; questo procedimento provoca delle spaccature dovute alla rapida asciugatura che ben rappresentano i terreni aridi del deserto. Asciugato il tutto, ho effettuato dei lavaggi ad olio molto leggeri con dei marroni per dare profondità al terreno. Numerosi dry brush, di vari gialli sono stati infine utilizzati per evidenziare il tutto. Ho poi inserito il filo spinato nei paletti, fissato il carro armato e delle piccole infiorescenze di vere piante grasse per simulare un po’ di vegetazione locale. |