Il secondo pezzo  dipinto per  la Box Art della  ditta “SOLDATI” è ancora un soggetto italiano: un fante ambientato nel fronte africano che,  in posa epica,   si accinge a sferrare un attacco contro i figli della “Perfida Albione”. Ciò che colpisce del soggetto è appunto la posizione evocativa, quasi un monumento al valore indomito dei nostri soldati che, come recita un celebre epitaffio , mancarono certamente di fortuna e, dico io, anche di mezzi, non certo di valore.  Il pezzo è sempre del valido scultore Marco Marcucci , prodotto in resina di colore grigio/giallo, con l’elmetto e le semi braccia   divisi dal corpo, il mab38 impugnato nella destra. Bisogna perciò porre attenzione durante il montaggio degli avambracci affinché,  a lavoro terminato, non si vedano segni di giuntura. E’ opportuno inserire dei piccoli perni di rinforzo e rifinire con stucco liquido, come il Gunze Sangyo  “Mr Surfacer 1000” oppure diluendo con acetone i più comuni stucchi Molak e Tamiya. A parte questo, il montaggio non presenta complicazioni ulteriori e i pezzi sono precisi.
L’anatomia del soggetto è ben definita,  il torso è riprodotto con buona  evidenza dei fasci muscolari, ed il nostro fante,  pur apparendo “tosto” , non risulta esagerato come si trattasse di un body-builder. Il vestiario si riduce  a ben poco: i calzoncini corti , un doppio paio di calzettoni di fattura inglese, probabile preda bellica e l’elmetto , riprodotto  in maniera proporzionata , di forma corretta. Il volto è  definito  ed espressivo, aiutando una pittura contrastata e vigorosa, che enfatizzi l’espressione decisa e risoluta . Nella mio immaginario ho pensato  questo fante guidare un contrattacco  tra proiettili e scoppi di granate, per respingere truppe inglesi che,  improvvisamente,  hanno attaccato un avamposto italiano. Una reminescenza dei  manifesti propagandistici di  guerra o delle tavole che, il famoso disegnatore Beltrame, realizzava per le copertine della “Domenica del Corriere”. Per la documentazione mi sono avvalso della rivista “Uniformi e Armi”e degli Osprey .

La colorazione

L’incarnato ha una parte importante nella colorazione, essendo il figurino a torso nudo, perciò dopo alcune prove, ho realizzato la tinta base per simulare  un soggetto esposto agli effetti atmosferici e bellici; non tanto o solo una pelle abbronzata, ma impolverata, sudicia e scurita dal sole.Ho realizzato questa tinta con una mescola di uniforme inglese, vermiglione,  mogano, carne base e carne dorata di Vallejo. Ho poi fatto un lavaggio con  terra base estremamente diluito, e a colore non ancora asciutto, ho ripassato le parti anatomiche in evidenza con la tinta base, sempre più schiarita nelle zone di luce, arrivando a dare il carne dorata puro e diluito.Alcune zone d’ombra sono state ritoccate con il terra base, ottenendo alla fine una buona definizione anatomica e una tinta che si avvicinava a quello che ritenevo essere la pelle di un soldato  nel deserto e in guerra. Almeno nei miei intenti. Poi per dare enfasi al pezzo, ho riprodotto alcune ferite superficiali, a significare i segni di schegge e abrasioni riportate nel combattimento; sono partito dal rosso nero e ho terminato con un carminio assai diluito per non coprire del tutto il colore sottostante. Infine ho ripassato alcune parti del corpo con il trasparente satinato per simulare il sudore. Anche sul volto ho evidentemente applicato i medesimi colori, senza però  rimarcare l’effetto polvere come nel corpo;le ultime luci sono  di carne chiaro dato sugli zigomi, naso e punta del mento.
Per realizzare i calzoncini ho utilizzato una base composta da giallo deserto 977 e  sabbia 847 , lavaggio con ocra sporcato di orange brown , poi lumeggiature con  sabbia e buff 976 Vallejo. L’elmetto è stato dipinto con ocra e desert yellow, lavaggio con orange brown, lumeggiature con giallo deserto e  sabbia; ho applicato  come  fregio una decal di Model Victoria. Al mab 38 ho aggiunto la tracolla ricavata  con lamierino di piombo,dipingendo ad acrilico le parti metalliche.
L’ambientazione  è stata realizzata con il composto della Pebeo, consistente in piccoli granelli di pietra pomice  in soluzione  acrilica, facilmente modellabile,  che  ben si presta a lavaggi e drybrush; con il composto ancora bagnato ho aggiunto qualche pietra di diverse dimensioni,un elmetto inglese perforato , una porzione di cingolo di M13 e un cartello  proveniente da una confezione Tamiya; il tutto è stato dipinto con i colori utilizzati per il vestiario.

Anche questa volta un doveroso e sincero “Grazie” a Francesco Benedettini che ha realizzato le foto.