Per questo nuovo diorama è stata volontaria la scelta ancora una volta di un’unità poco “rappresentata”, modellisticamente parlando rispetto ad altre formazioni, soprattutto SS, come per la 116 Pz. Div. “Windhund”.
Forse pochi sapranno che questa unità, creata dalla 16à Pz. Gren. Div. e da elementi della 179à Pz. Div. di riserva nel lontano marzo del 1944, insieme alla Großdeutschland formano due delle unità d’elitè della Wehrmacht,
Come unità combatté con durezza, caparbietà, sacrificio ed onore in territorio francese per la maggior parte del suo tempo dopo l’avvenuta creazione.
Operò in Normandia durante l’operazione Cobra e durante i durissimi combattimenti per spezzare l’accerchiamento nella “sacca” di Falaise.
Integrata nel II Pz. Korps SS insieme alla II e alla IX Pz. Div. SS nel settembre del 1944, ingaggiò combattimenti ad Arnheim ed Aachen, partecipò all’offensiva delle ardenne integrata questa volta nella V   Pz. Armee.
Gli ultimi combattimenti furono a Kleve sul reno sino ad arrendersi agli americani nella zona della Ruhr nell’aprile del 1945.
Per il diorama si parte come consuetudine dall’utilizzo dei mattoni da fioraio utilizzati per sviluppare i volumi, ed ottenere cosi le forme desiderate nel frattempo si ottiene tramite strisce di plasticard il perimetro del vecchio rudere, colando in seguito all’interno del gesso che insieme a pietrisco di diverse dimensioni formerà l’oggetto voluto (la cui forma è stata presa da una foto in internet), la collocazione e totalmente casuale, cosi come la collocazione degli alberi di diversa fattura.
Proprio di questi la costruzione ha adoperato diverse ore, con l’intento di ricavare due pini dalla forma classica a cono ed un abete dai rami molto ampi, ed il pino silvestris tipico anche qui nelle nostre zone di montagna.
Per la realizzazione sono partito dai pini in miniatura venduti nel periodo natalizio (mentre per gli altri due ho dovuto costruire il tronco tramite DAS (tesaurizzato per simulare la corteccia.
La fase seguente ha visto la spolverata di erbetta da fermodellismo  per “infoltire” i rami dei diversi alberi utilizzando come collante o lacca per capelli o colla spray. 
Per il terreno si inizia stendendo uno strato di stucco per uniformare il tutto, seguito dall’uso del DAS per creare anche i “volumi” classici di pendii o terreni scoscesi di montagna.
Si passa quindi ad utilizzare terriccio preso direttamente o “setacciato” unito a bicarbonato e ciottoli di diverse dimensioni stesi a “zona” su uno strato di colla vinilica consistente per conferire solidità e compattezza.
Nello stesso instante si creano anche le zone d’erba  li dove non si inserisce il terriccio utilizzando l’erba alta da 6mm e erba più alta prelevata dai cespugli che si trovano in spiaggia (ottimi come definizione finale!-
Oltre l’erba a fine colorazione o anche prima in base ai gusti personali io utilizzo diverse erbe aromatiche triturate per simulare l’erba e fogliame vario che si trova nel sottobosco, ed anche nelle zone a piacimento come se trasportate dal vento.
Si passa alla realizzazione di alcuni cespugli, ottenuti con paglietta d’alluminio cosparso di foglie di timo o origano tritato, e rametti tipo verlinden allo stesso modo .
Si realizza anche per motivi di ambientazione , un piccolo ponticello ormai consunto invecchiato ingrigiato dal tempo, posizionato ancora li ove tanto e tanto tempo fa passavano anche i vecchi proprietari del rudere una volta abitato.
La colorazione ha anche richiesto diverso tempo, come si vede dalle foto si utilizzano colore appropriati passano dai Tamia (per il terreno, ai Model color per l’erba ed i cespugli, il tutto in seguito ombreggiato con colori ad olio quali terra di siena bruciata, giallo ocra, burnt umber, verdi vari il tutto dati casuali e poi uniformati sempre sul terreno.
Per il mezzo sono partito dalla scatola della AFV, peccato meglio sicuramente Tamia o Dragon, poiché il pezzo è risultato non solo privo di qualsiasi minuta fotoincisione, ma i pezzi in se combaciavano malissimo soprattutto lo scafo superiore con quello inferiore.
Per il dettaglio ho utilizzato il set della Royal Model per sd. Kfz. 251/D particolari per interni soprattutto e qualcosa, ma lieve , per l’esterno
Per i parafanghi  ho voluto dare un tocco di “vissuto” al mezzo mostrando uno dei due piegato per un’ urto preso e quindi leggermente deformato, utilizzando per l’occasione lamierino sagomato sui pezzi originali in plastica e poi ovviamente deformato per l’occasione.
Per la realizzazione dei figurini mi avvalgo esclusivamente delle posture Dragon, per diversi fattori;
sono in una scala per cui sia le teste Hornet che alcune teste Warriors (ma non tutte) calzano a pennello, cosi anche per le mani ovviamente Hornet ma anche udite udite Verlinden (sicuro non sono fuori scala);
nella seconda generazione (ma io utilizzo espressamente la prima) il dettaglio è simile se non superiore a quelli in resina, vedasi armi ed equipaggiamenti;
il panneggio è soddisfacente ed in molti casi (per quanto mi riguarda) paragonabile a quelli in resina, se non fosse solo per il materiale difficile da forare o tagliare rispetto alla resina, ma per l’arte scultorea ovviamente il merito non va al materiale ma allo scultore o perdonatemi masterista so che ci tengono…;
come per tutti i multipose si possono ottenere diverse movenze e posizioni, per cui ideare diorami “particolari” diviene una realtà, il tutto sta all’arte di modificare e scolpire nuoe forme.
Come notate tutte le figure sono state modificate, nessuna esclusa, ma soprattutto tutte sono state migliorate, utilizzando filo di stagno, filo di rame, carta imbevuta di cianocrilato (stucco,per realizzare, gli anelli degli spallacci ad “Y”, le cinghiette per il tascapane con relativi anelli che supporteranno sia la borraccia che la gavetta, le diverse cinghie per portare a tracolla la gasmaske, o le cinghie dei fucili, alcune fotoincisioni e stucco per ricostruire le zone, glia arti e tutto ciò che completava il figurino.
Per la colorazione mi sono avvalso degli smalti Humbrol, sia per l’incarnato che per le uniformi e l’equipaggiamento, e come sempre dico a chi mi domanda oltre a dare miei consigli personali, e sempre meglio “prelevare” da libri o simili con foto nitide e a colori le vere gradazione di tutto quello che era la buffetteria e l’equipaggiamento del soldato tedesco durante il secondo conflitto mondiale, e vedrete come il realismo si esalterà al momento che vi sarà anche una differenza cromatica nei diversi attrezzi o accessori da dipingere.