MONTAGGIO

Il kit della Dragon cod: 6106 assieme alle fotoincisioni della Eduard mi sono servite per realizzare questo modello. La costruzione inizia dagli interni, qui bisogna seguire contemporaneamente le istruzioni dei due produttori, la disposizione dei vari accessori è stata verificata con  la documentazione in mio possesso.
Prima di unire le due parti della sovrastruttura ho dovuto verniciare gli interni nel modo in cui vi spiegherò in seguito, ad incollaggio avvenuto inizia la parte più impegnativa della realizzazione e cioè le costruzione ex novo di alcuni dettagli:
-I due parafanghi anteriori sono stati interamente autocostruiti  in lamierino di alluminio, in modo da poter simulare delle ammaccature
-La piastra frontale è stata fatta in plasticard per poter essere bucata e farci un piccolo sportello circolare che serviva per l’avviamento manuale
-La protezione anteriore situata nella parte inferiore è stata anche lei realizzata in lamierino di alluminio perché quella del kit originale risultava troppo spessa.
In una delle due strutture laterali ho lasciato aperto un vano porta attrezzi asportando il cassetto originale.
Passando al treno di rotolamento, anche qui ho dovuto fare delle modifiche, le ruote motrici, ad esempio, anche se ben realizzate, risultavano mancanti di 24 bulloni che ho realizzato con del plasticard ed un Punch & Die; usando un sottile filo di rame ho simulato le valvole dei pneumatici. Per rendere le ruote sterzate ho dovuto tagliare i due semiassi all’altezza dei giunti e posizionare poi i leverismi nel modo giusto.
La torretta, invece,  è quella originale con delle modifiche tipo l’assottigliamento della corrazzatura e l’utilizzo delle fotoincisioni che simulano molto bene le griglie di protezione.
La canna, in alluminio tornito, è della Jordi Rubio.

COLORAZIONE

Per la colorazione degli interni mi sono servito del Buff XF-57 della Tamiya dato ad aerografo,  invecchiato successivamente con un lavaggio con trementina e Terra d’ombra Naturale ad olio.
Ad asciugatura avvenuta (almeno 48 ore) ho enfatizzato gli spigoli con un passaggio a pennello asciutto del 103 Humbrol + Bianco ad olio.
Le scrostature sono state realizzate con una matita Karismacolor numero 947 Burnt Umber.
Per gli esterni, dopo un lavaggio accurato con acqua e sapone, ho dato sempre ad aerografo una prima mano di Grigio smalto come primer; dopo due giorni usando una mescolanza di colori Tamiya (XF-3, XF-2 e XF-57) in percentuali variabili e a piacere personale, ho steso una mano di colore uniforme.
Successivamente per realizzare la mimetica ho utilizzato degli inchiostri ad acqua, verde e rosso bruno, della Schmincke sempre dati ad aerografo.
Per il numero di riconoscimento, la croce di nazionalità e il simbolo della 2^ Panzer Division ho utilizzato le belle fotoincisioni della Eduard usandole  come stencil.
L’invecchiamento di questa mimetica è stato realizzato con un primo lavaggio di colori Terra d’ombra Naturale + Nero entrambi ad olio, seguito, ad asciugatura avvenuta, da un passaggio a pennello asciutto con i rispettivi colori schiariti.
Per simulare la ruggine sulla marmitta ho utilizzato  due prodotti della Maimeri: Idea Patina art. 498 ferro e art. 713 anticante.
Si stende il primo componente (ferro) ed ad asciugatura avvenuta si stende il secondo componente (anticante) che nel giro di poco tempo facendo reazione si ossida e dà un aspetto realistico alla marmitta.
Bisogna però fare attenzione alla grana molto spessa della ruggine che può risultare, in alcuni casi, fuori scala.
I cingoli sono stati colorati di Grigio scuro a smalto, poi con l’uso di vari gessetti color terra diluiti con l’acquaragia, ho simulato l’inevitabile fango che si deposita sui mezzi operativi.

AMBIENTAZIONE

Ho deciso di costruire l’ambientazione su più livelli per dare più movimento a tutta la scena; per fare ciò ho usato lo Styrofoam (un polistirolo ad alta densità), che mi è servito per dare i principali volumi al  terreno.
Su questa base ho steso un miscuglio di colla vinilica, acqua e terra di cantiere, poi sopra con un setaccio ho messo del terriccio per imitare il terreno vero e proprio.
Prima che questo composto sia completamente asciutto è bene imprimere con i cingoli del mezzo le impronte lasciate sul terreno, per fare questo ho usato della pellicola trasparente, quella per alimenti, appoggiandola sul terreno ancora bagnato e su quest’ultima il mio mezzo in modo da non sporcarlo con il terriccio.
Una volta asciutto ho incominciato a mettere lo strato erboso utilizzando della semplice canapa nei numerosi forellini che avevo precedentemente fatto sul terreno con un punteruolo.
La canapa è stata poi colorata e “spettinata” in modo da renderla più realistica; questo è stato un lavoro lungo e certosino.
Poi ho aggiunto qua e là dei ciuffi di erba più alta utilizzando fibre naturali in modo da non avere un terreno tutto uniforme.
Per il tronco dell’albero sulla collinetta, ho usato un rametto di timo, trovato sulle alture di Genova, arricchito con materiale sintetico per ferromodellismo.
Per dare una “botta di colore”, come dice un mio amico, ho inserito nel diorama due paracarri bianchi e rossi, autocostruiti con dei gessetti da lavagna, come anche la fontanella.
Sui due figurini della ICM  ho inserito le belle teste in resina della Hornet e della Nimix, poi ho colorato il tutto ad olio su una base di smalti Humbrol.

BIBLIOGRAFIA

MILITAR’S KITS HORS SERIE N°1
STURM & DRANG N°3
WYDAWNICTWO MILITARIA N°19