La storia – Berlino ultimo atto : la fine del regime nazista.

L’ispirazione per la costruzione di questo diorama mi è venuta leggendo il romanzo storico “ I Leoni Morti ” della Ritter Editore. L’autore, volontario nelle SS francesi, descrive con lo pseudonimo di Saint Paulien, la terribile e sanguinosa battaglia di Berlino dell’aprile 1945, di cui fu testimone e protagonista.
A Berlino la divisione SS “ Charlemagne ” affiancata alla divisione “ Norland ”, oppose una coraggiosa quanto vana resistenza contro le potenti divisioni corazzate dell’Armata Rossa. Fu una battaglia cruenta, combattuta strada per strada, dove la vittoria era la conquista di un quartiere, un vicolo o una casa. 
In un ambiente più simile all’inferno dantesco, che ad un centro urbano,uomini disperati, sporchi, feriti e segnati da numerosi giorni di combattimento cercarono, vendendo cara la pelle, di rallentare la fine del terribile regime nazista e dei suoi capi. 
Non tutti forse conoscono il contributo e il coraggio di questa “ legione straniera “ le cui unità vennero citate più volte per il loro valore nei bollettini di guerra ricevendo attestati di stima e numerose decorazioni dall’ Alto Comando Tedesco.

Il Modello : La Torretta del Panther

La torretta del carro proviene dal vecchio Panther Ausf. A della Tamiya alla quale ho sostituito il cannone con quello della Jordi Rubio tornito in alluminio.
 Altri lavori di miglioria hanno interessato le saldature rifatte con il pirografo e la ricostruzione di alcune maniglie con cavetto in rame.
Sempre con il pirografo ho riprodotto alcuni colpi di proiettili anticarro che hanno ridotto al silenzio la postazione. All’ epoca in cui ho costruito il diorama era presente un modello in resina della Kirin, mentre ora  ne troviamo due recentemente prodotte dalla ditta spagnola MIG Production:  una interrata nel selciato come la mia, l’altra invece corredata dalla casamatta in metallo che la sostiene. Dalla documentazione si evince come, a seconda del tipo di cariche, vi fossero proiettili che perforavano in modo preciso la blindatura, ed altri che parevano sciogliere l’acciaio producendo un effetto morbido quasi burroso. Il foro più grande è stato volutamente sovradimensionato e molto annerito: una piccola licenza poetica, per far risaltare l’evento anche se non si discosta molto dalla realtà degli effetti che tali proiettili producevano.
La torretta, come ogni altro elemento del diorama, è stata dipinta con colori acrilici, ad aerografo. Il fondo è costituito da un mix di Desert Yellow e Deck Tan di  MoLak più una punta di Orange Brown Vallejo assai diluiti. Le striature verdi sono state riprodotte miscelando in egual misura Olive Green, Field Gray e una parte di Deep Green MoLak. Infine quelle brune sono un mix di Orange Brown Vallejo e Red Brown Tamiya. Su tutte le superfici è stato poi effettuato un lavaggio con Terra di Siena Bruciata mescolata ad Orange Brown diluiti nel latte che  grazie al suo potere aggrappante ( principio su cui si basavano i colori alla caseina ormai introvabili ) rende più stabile ed incisivo  il lavaggio assai diluito. I profili e le parti in profondità sono state rimarcate con inchiostri Pelikan Seppia e nero a quali ho aggiunto Terra di Siena Vallejo, mentre il dry-bush è stato eseguito con Deck tan, Buff, Neutral gray, Bianco Avorio Mo Lak e Natural steel  Vallejo.
La numerazione sui fianchi  indica che si tratta di una torretta recuperata da un carro fuori combattimento o in avaria.
Prima di fissare le decal ho spruzzato sul modello trasparente lucido Gunze Sangyo e dopo averle fisssate, alcune mani leggere di trasparente opaco sempre Gunze sangyo. Le piccole scrostature di vernice sono state ottenute con un grigio metalizzato miscelato con Terra d’ombra , al cui centro ho dato un po’ di rosso cuoio miscelato ad orange brown sempre Vallejo. La canna risulta assai annerita  a simboleggiare l’intensità con cui la postazione ha sparato: ho riprodotto questo effetto con diversi passaggi ad areografo con una miscela di Nero-brown leather- gun metal Vallejo poi lumeggiato con gun metal e natural steel.

I figurini

Il sottufficiale con giaccone di pelle è della Warriors, pezzo  ben scolpito dalle abili mani di Rendall Patton e dà l’idea del veterano  del fronte orientale  pronto  a tutto. L’espressione stupita e il viso rivolto verso l’osservatore stanno a significare come,  nel cauto avanzare,  egli abbia di colpo udito un rumore sospetto ed improvviso… camerati o nemici nascosti nell’ edificio di fronte ? Il sottufficiale è armato con un VG 1-5, arma prodotta alla fine del conflitto,  proveniente da un set di armi  della Dragon. 
Il giaccone è dipinto con una miscela di brown sand e orange brown Vallejo, lavaggio con dark brown e lumeggiature aggiungendo alla base Buff. I pantaloni sono mimetizzati con il disegno utilizzato alla fine del conflitto Peas Pattren 44 e riprodotto con un a base di kaki drill/desert yellow e diverse macchie realizzate con   black green, carne dorada +desert yellow, verde penicillina. Ovviamente sono tonalità indicative in quanto, basta osservare esemplari autentici su un qualsiasi testo, per rendersi conto come le tonalità di colore fossero molteplici. Il granatiere della divisione “ Charlemagne “, riconoscibile per lo stemma francese cucito sulla manica destra del cappotto, è un figurino Heker&Goros al quale ho sostituito la testa con un'altra di Verlinden e la bomba a mano singola,  con una a grappolo, ordigno assai potente ed utilizzato nella guerriglia urbana con devastante efficacia.
Il volto riproduce la disperazione che anima questo soldato il quale, ormai sa bene di combattere esclusivamente per la propria sopravvivenza. Il cappotto è ottenuto con field gray, lumeggiato aggiungendo buff e grigio chiaro, mentre le ombre sono ottenute con l’aggiunta di black green vallejo. Un leggero lavaggio di brown leather per riprodurre l’effetto sporco  e polvere sull’ indumento. Il terzo militare tedesco, appostato dietro la finestra dell’ edificio, proviene da scatola Dragon n. 6057 e, a parte il solito cambio di testa ( quando scrivo questo ho sempre un brivido di terrore…) con una Hornet più espressiva, non ha subito modifiche, ma come gli altri è stato arricchito con cinghiaggi realizzati con sottile lamina di piombo.
Indossa uno zeltbahn mod.Sprinter A con  tipica mimetica   a disegni geometrici utilizzata dalla Wehrmacht, riprodotto con desert yellow, red brown e russian  green + dark olive green Vallejo; impugna il potente MP44. Il fante russo morto accanto alla torretta del Panther è prodotto dalla Jaguar ed è stato inserito per enfatizzare maggiormente la scena, e comunicare all’ osservatore l’idea di una battaglia con continui e cruenti contrattacchi. L’uniforme è ottenuta miscelando con proporzioni diverse earth, red brown e brown sand Vallejo, ombreggiando aggiungendo alla base brown leather e nero, lumeggiando con   brown sand e bianco avorio “sporcato” con buff.
Tutti i figurini e gli elementi che li caratterizzano compresi i volti, sono di dipinti con colori acrilici con la tecnica “ bagnato su bagnato “ per evitare pennellate troppo nette e marcate. Durante questa fase non utilizzo mai tinte estreme come il nero o il bianco puro, ma mescolanze di colori più tenui.Per i volti la tinta con cui inizio è una miscela di carne dorata e orange brown Vallejo, lavaggio con orange brown – earth, poi lumeggiature con il carne dorada, utilizzando solo per le luci estreme il medesimo colore , pian piano schiarito con  bianco e  giallo pallido.

Ambientazione

La base è costituita d un foglio i polistirolo alto 2cm, sul quale ho ricavato un avvallamento dove ho posizionato un foglio di plasticard  per simulare la base metallica che accoglieva la torretta. Il polistirolo è stato poi ricoperto con un composto di stucco e colla vinilica inciso prima della completa essiccazione per riprodurre il selciato della strada.
Si tratta di un lavoro lungo e noioso ma il risultato finale compensa la fatica. La casa e i mattoncini  sono della Custom Dioramics ditta canadese specializzata nella produzione di accessori per diorami. All’interno ho realizzato il pavimento in legno con listelli di balsa e legno dolce mentre sulle pareti ho aggiunto la carta da parati.
L’esterno dell’edificio è stato reinciso in vari particolari con un bulino e dipinto poi con Neutral Gray e Deck Tan Molak per l’intonaco e con vari toni di marron rossiccio per i mattoni. Lavaggio con leather brown diluito nel latte e dry brush finale con ocra, buff, orange e grigio chiaro.
Con tubetti di alluminio ho ricavato le grondaie aumentando il realismo della scena con scritte, insegne murali e fori di proiettili. Infine ho arricchito l’ambientazione con diversi materiali: un lenzuolo appeso alla finestra ottenuto un fazzolettino di carta, il carrello da trasporto produzione  Tamiya, preso nella scatola dei pezzi avanzati, una bicicletta rotta abbandonata, un lampione e diversi suppellettili provenienti da set Tamiya  ed Italeri.
Quello che cerco di ottenere nei miei lavori non è tanto il realismo esasperato, ma situazioni che  nel loro complesso diano la sensazione di un evento, narrino  l’atmosfera   con quella licenza  che fa del modellismo, non solo un arte di riproduzione, ma un atto di creatività  e fantasia… senza esagerare.