Il diorama prende spunto da alcune foto famose scattate dalla propaganda tedesca durante l'offensiva delle Ardenne, meglio conosciuta come "Battle of the Bulge" ovvero il colpo di coda di Hitler per mutare il corso del secondo conflitto mondiale.
Preparata in gran segreto, radunando in pochi mesi le truppe ancora disponibili, l'alto comando tedesco mirava - con un'azione fulminea e potente, sostenuta dalle migliori divisioni panzer - a riconquistare territori avanzando fino alla città portuale di Anversa, per ricacciare gli alleati o, quanto meno, bloccare l'avanzata delle armate anglo-americane.
L'ambizioso piano, per riuscire, aveva bisogno di essere fulmineo, approfittando della sorpresa, della disorganizzazione e del maltempo per evitare l'azione dell'armata aerea alleata, ormai padrona dei cieli.
Il Diorama si riferisce ai primi giorni dell'offensiva, intorno al 16-17 dicembre, quando il Kampfgruppe agli ordini del SS-Obersturmbannfuhrer Joachim Peiper - divenuto il simbolo, nel bene e nel male, di questo evento bellico - riusciva a conquistare alcuni obiettivi, penetrando in profondità nelle linee americane, impreparate e colte inizialmente dal panico.
La scena simula quando i carri e i panzergrenadier dell'SS Panzer Abteilung 501 stanno per raggiungere Stavelot dopo aver occupato Malmedy.
Da quel momento il Kampfgruppe iniziò a incontrare difficoltà e, di fonte al posto di blocco americano a Trois Points, fu costretto a deviare verso le Gleize.
Il carro 204, appartenente alla 2° Compagnia, fu uno dei 6 carri che si attestarono intorno al villaggio per poi essere abbandonato per avaria o mancanza di carburante a So l'Hesse nei pressi di Le Gleize.
La storia poi, ci dice che, sia per scarsità di mezzi, tra i quali fondamentale la penuria di carburante, sia per la reazione alleata e il cambiamento meteorologico, l'ambiziosa impresa fallì.
Abbandonando mezzi e materiali, le truppe tedesche tornarono alle loro linee ben sapendo che ormai il conflitto si sarebbe svolto sul suolo della madre patria.

Il Carro
Il modello è il Tiger II torretta Henschel, della Tamiya, a cui sono stati assottigliati i parafanghi, mentre alcuni sono stati eliminati.
Le maniglie sono state sostituite con filo di rame sagomato, la canna in metallo della Jordi Rubio ha preso il posto di quella in plastica, e due griglie fotoincise Tamiya sono state applicate sopra i radiatori.
La torretta e lo scafo sono stati trattati con una minifresa per simulare l'effetto fusione , mentre con il pirografo ho evidenziato le saldature di giunzione.
Questo potente carro fu impiegato in modo massiccio durante l'offensiva delle Ardenne , difficilmente contrastato dai carri leggeri o dalle armi controcarro alleate, subendo le maggiori perdite ad opera dell'aviazione americana, e ancor più a causa dei guasti meccanici e come dicevo, dalla cronica mancanza di carburante, che lasciava questi colossi, inermi e abbandonati sul ciglio delle strade.
Il Tigre è stato dipinto ad areografo con colori acrilici Tamiya e Vallejo, simulando lo schema da imboscata come mostrano le foto d'epoca e le tavole a colori di riferimento.
Il fondo chiaro è una miscela di Desert Yellow con l'aggiunta di Buff un tocco di Tan Tamiya, il rossiccio è il classico red brown schiarito con orange brown Vallejo, mentre il verde è ottenuto con olive green , deep green e field grey Tamiya per smorzare i toni un po' accesi dei primi due. Ho poi eseguito un lavaggio di Orange Brown + Brown leather Vallejo assai diluiti in acqua e latte, per evidenziare tutte le profondità presenti ed uniformare i colori.
Il latte, infatti, ha il potere di rendere più aggrappante il colore, permettendo un deposito maggiore negli interstizi: è il principio che regola i colori alla caseina.
Poi ho ripassato le incisioni più profonde con chine Citadel e Pellican, terra d'ombra e terra di Siena bruciata.
Dopo aver applicato residui di fango nella parte inferiore del carro, utilizzando sabbia e Polifilla, tinta di earth e brown, ho sfumato ad aerografo con earth e buff, sempre Tamiya, molto diluiti per simulare l'effetto polvere che lascia intravedere i colori base.
Non sto a parlare di proporzioni, ma è evidente che con l'esperienza si riesce miscelare queste tinte ottenendo di volta in volta risultati differenti ed idonei alla scena che si rappresenta.
Ho dipinto le marmitte per simulare l'effetto ossidazione con chine e varie tinte di marrone, ho poi dipinto i cingoli con una base di black e brown tamiya, eseguendo alcuni lavaggi con una miscela di red brown e orange brown vallejo.
Le decals presenti nella scatola non erano riferite al mezzo che volevo riprodurre, il carro "204", perciò le ho recuperate da fogli in mio possesso: le ho quindi dipinte in azzurro con bordo giallo, perché buona parte delle fonti in mio possesso, supporta questa colorazione come la più probabile e non quella che a volte appare, ovvero numeri neri con bordi bianchi.
Ma la sicurezza non c'è! (Cfr . New Vanguard n.1 - Hilary Doyle- tav. G )
Dopo aver spruzzato una mano di trasparente lucido Gunze Sangyo, le ho applicate con l'aiuto di Micro set e Micro sol che permettono alle decals di aderire in modo migliore e di adattarsi meglio alla superficie su cui vengono applicate.
Ho eseguito un lavaggio generale con una miscela di orange brown e leather brown Vallejo (ma anche Molak e Tamiya vanno benissimo, dipende dalle preferenze personali) diluiti con molta acqua e latte, per omogeneizzare le decals con il carro e le varie tinte fra loro.
Con un paio di mani di trasparente opaco sempre Gunze ho poi trattato tutto il mezzo, lasciando intercorrere diverse ore tra una mano e l'altra.
La parte inferiore del carro e le ruote sono state sporcate con una miscela di sabbia e vinavil, dipinta di earth, poi ho eseguito il dry brush con earth schiarito con buff; infine con l'areografo ho applicato un velo di buff per simulare l'effetto polvere e fango secco.
Questo rende la parte inferiore cromaticamente differente dalla parte superiore, spezzando l'uniformità della mimetizzazione.
Infine ho effettuato un leggero dry-brush con light grey, duck egg blue e buff Tamiya su tutto il carro, lumeggiando a pennello spigoli e punti esposti con l'aggiunta di Ivory white vallejo.
Il Freno di bocca è stato abbondantemente annerito ad aerografo con una miscela gun metal+black+red brown Tamiya, per poi ricevere alcune lumeggiature con Gun metal e natural steel sempre Vallejo.

I Soldatini
Tutti i soldatini sono dipinti ad acrilico e sono stati scelti sempre riferendomi alle immagini in mio possesso, che raffigurano soldati baldanzosi che si fanno riprendere da fotografi e cineoperatori, mentre occupano i paesi e sostano rilassati dopo la battaglia.(Osprey Elite : Ardennes 1944 pag.18/19/20)
Ho cercato di raffigurare le diverse mimetiche SS presenti al termine del conflitto, caratterizzate da colorazioni e disegni assai vari.
Il capocarro è una rarità: si tratta di un figurino Monogram presente in un vecchio modello 1/32, a cui è stata sostituita la testa con una Verlinden; l'altro carrista è un Tamiya presente nella scatola del Panther G, a cui ho sostituito la testa con altra sempre Tamiya.Il mezzobusto è VP e non ha subito modifiche.
Il soldato sulla porta della locanda è della Hornet, mentre il fante sotto il lampione, il gendarme e il granatiere vicini al materiale catturato e il fantaccino che gioca con il cane, sono VP con teste Hornet, che consiglio vivamente perché assai espressive.
Per i figurini che indossano il cappotto eseguo prima un leggero dry brush per evidenziare luci ed ombre, poi con il pennello e con la tecnica del "bagnato su bagnato" eseguo lumeggiature e solo dopo le ombreggiature.
Questo per evitare profondità troppo scure e luci eccessivamente chiare, almeno nei miei intenti.
I volti sono dipinti ad acrilico e in questo caso la base e broze flash Citadel+ orange brown Vallejo, lavaggio Earth +orange brown, luci aggiungendo alla mescola di base bronze flash e al termine un tocco di golden yellow e ivory white, sempre Vallejo.
Solo in alcuni ho riprodotto l'effetto barba, con una miscela broze flash+ medium gray liquidissima.
Per le divise mimetiche metto in evidenza solo le luci e le ombre principali per non compromettere la nitidezza del disegno di base, già sufficientemente intricato.
Le mimetiche raffigurate sono essenzialmente di tre tipi : i carristi in torretta e il granatiere con panzerfaust indossano quella cosiddetta autunnale con schema a foglie di quercia lato autunnale, mentre il fante sotto il lampione indossa quella ultimo tipo Peas Pattern 44.
Quest'ultima mimetica aveva alcune varianti di colore dovute sia al tessuto utilizzato sia ad una diversa tonalità del colore chiaro che andava dal rosa salmone sino al sabbia chiaro, come io ho raffigurato.
Infine il soldato sulla porta della locanda indossa una tuta intera, da carrista, con mimetica foglie di platano lato estivo e una buffetteria in color canapa utilizzata verso la fine del conflitto.
Ho cercato di rappresentali con i volti stanchi ma sereni, orgogliosi, quasi increduli della loro fulminea avanzata.
Questo risulta evidente nel veterano posto al fianco del gendarme: il volto evidenzia una preoccupazione che non lascia spazio al facile entusiasmo dei più giovani camerati.
Un particolare angolo di tranquillità, forse anacronistico, è rappresentato dal soldato raffigurato con un espressione di particolare tenerezza verso il cane cui ha dato da mangiare in un recipiente posato a terra.
Nel costruire il diorama cerco sempre di progettarlo con più scene che catturino l'attenzione di chi osserva, e che garantiscano l'effetto finale da diversi punti di osservazione.

Edificio e base stradale
La base stradale, che vuole riprodurre la pavimentazione in porfido tipica di quelle regioni, è fatta con una miscela di sabbia, vinavil e scagliola; prima che asciugasse è stata incisa con il cutter per poi essere dipinta con grigio, red brown - violet e lumeggiata con buff, slate gray e tan Molak.
Le rovine sono VP, migliorate con la autocostruzione degli interni, l'intelaiatura delle finestre con listelli di legno per modellismo navale, frammenti di vetro realizzati con plastica trasparente e la reincisione di diversi particolari per ottenere un'enfasi maggiore attraverso le tecniche dei lavaggi e del dry brush.
E' stata interamente dipinta ad acrilico con le solite tecniche e con le tinte tan, buff, yellow ocre, slate gray debitamente miscelate e alternate.
Ho poi eseguito un lavaggio con tinte scure come terra di siena, grigio scuro e marron cuoio, poi lumeggiata.
La grondaia è un tubetto di alluminio, deformato,dipinto e invecchiato; i cavi della luce, sono filo di rame dipinto.
Tutti gli accessori presenti, compreso il piccolo cane, sono Historex, e Italeri, mentre le varie insegne e i cartelli, invecchiati ed assottigliati, provengono da un foglio VP.
Come sempre ringrazio l'amico Francesco Benedettini, valente modellista del club a cui appartengo, che ha fotografato questo diorama con la solita meticolosità.